Ci sono storie d’amore che mi fanno volare via. Non so se sono invecchiato di colpo ma mi commuovo quando scorgo anziani che si tengono per mano, con nelle dita tutti gli anni che hanno passato insieme, mi sciolgo quando qualche anziano porta una rosa sul tram tenendola appoggiata sulle gambe e chissà che libro bellissimo sarebbe il viaggio di quel fiore.
Il sito americano NBC racconta la storia di John e Phyllis Cook, due ospiti della casa di riposo di Kingston Residence di Sylvania nell’Ohio. Lui ha 100 anni e lei ne ha 102 e si sono innamorati.
Due secoli che si innamorano sono un libro di storia. Entrambi vedovi, dopo qualche mese di fidanzamento raccontano di essersi accorti che la loro storia aveva la scintilla delle storie per tutta la vita e si sono promessi amore eterno sposandosi.
“Ci siamo resi conto di essere compatibili, stiamo bene insieme. Ci siamo innamorati. So che può sembrare inverosimile alla nostra età ma ci siamo innamorati davvero. Cosa facciamo quando stiamo insieme? Beh, probabilmente non dovrei dirvelo…” hanno raccontato con una nota di ironia al giornalista che li intervistava.
Raccontano del tempo insieme, godendosi la compagnia nei pasti e nelle passeggiate all’aria aperta, tutti e due sulla sedia a rotelle per scorrazzare con il cuore leggero tra i corridoi. Lui, Jhon, è un eterno della seconda guerra mondiale. Lei, Phyllis, è devotissima e ha voluto sigillare il loro amore davanti a Dio.
Raccontano che comunque ci tengono alla loro autonomia e per questo hanno deciso di mantenere le due stanze nelle quali vivevano. La loro intervista è un inno alla vita di chi non rinuncia mai al proprio futuro e si porta addosso gli anni senza rinunciare alla costruzione quotidiana della speranza e del domani.
Sarebbe da spremerli, John e Phyllis, per custodire una goccia del loro succo di poesia, di quella forza di movimentare il cuore nonostante tutto il milione di battiti prima. Non c’è usura, no. Scrisse Leon Edel: “La risposta alla vecchiaia è quello di tenere la mente occupata e di andare avanti con la propria vita come se fosse interminabile. Ho sempre ammirato Cechov che costruiva una nuova casa mentre stava morendo di tubercolosi”. Eccoli qui, gli interminabili.
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