Alta tensione Usa-Iran, il petrolio sale ai massimi da 4 mesi
Usa e Iran sono vicini a un conflitto e le reazioni si vedono anche dal prezzo del petrolio.
Ore 8.15. L’attacco militare americano a Bagdad che ha ucciso il generale iraniano Qassem Soleiman si fa sentire anche sui mercati finanziari. L’impatto più evidente è sulle quotazioni del petrolio, con il greggio Wti che torna ai massimi da 4 mesi rivedendo temporaneamente quota 63 dollari.
In mattinata i contratti con scadenza a febbraio 2020 vengono scambiati a 62,87 dollari, in rialzo del 2,8 per cento mentre quelli sul Brent del 2,91 per cento a 68,18 dollari.
“Stiamo passando da con una proxy war con dietro Iran da una parte e Arabia Saudita e Stati Uniti dall’altra a un potenziale conflitto diretto tra Teheran e Washington”, sottolinea Kay Van-Petersen di Saxo Capital Markets Pte, citato da Bloomberg.
Leggermente più contenute le ripercussioni sul mercato azionario. In Asia, dove Tokyo è ancora chiusa per festività, Shanghai e Hong Kong si avviano verso la conclusione degli scambi in lieve ribasso mentre in Europa i ribassi sono più pesanti. Milano cede lo 0,46 per cento, Londra lo 0,55 per cento, Francoforte o 0,97 per cento e Parigi lo 0,57 per cento.
Sulle valute si osserva invece un rafforzamento della valuta Usa, con l’euro che cala a 1,1162 dollari, e dello yen, tradizionale bene rifugio e quindi oggetto di acquisti nei momenti di tensione finanziaria. La divisa nipponica in mattinata si rafforza dello 0,4 per cento con il cambio Usd/Yen che scende a 108,1 dai 108,5 di ieri.
Il calo lo spread tra Btp e Bund: il differenziale tra il titolo decennale italiano e quello tedesco segna quota punti, dai 164 punti la chiusura di ieri, con il rendimento del nostro Btp che scende all’1,35 per cento.
Iraq, migliaia di manifestanti assaltano ambasciata Usa a Baghdad al grido di “Morte all’America”