I Bitcoin hanno battuto ogni record, superando gli 87mila dollari grazie alla vittoria di Donald Trump, che in campagna elettorale ha promesso di inserire la criptovaluta tra le riserve strategiche del Tesoro degli Stati Uniti.
La relazione tra la vittoria elettorale del magnate repubblicano e la quotazione della moneta digitale è evidente dall’andamento della moneta digitale nell’ultima settimana. Martedì 5 novembre, giorno delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, il Bitcoin era infatti scambiato a circa 20mila dollari in meno rispetto a oggi, 12 novembre. Ieri ha addirittura superato la soglia degli 88mila dollari, arrivando a 88.149,04 intorno alle 22:45. Da inizio anno invece il rialzo della criptovaluta ha superato il 107,6 per cento.
D’altra parte Trump, che ad agosto ha lanciato la piattaforma di criptovalute senza intermediari World Liberty Financial, il cui token $WLFI non sta avendo grandissimo successo, ha fatto molte promesse in campagna elettorale al settore. Prima fra tutte la sostituzione di Gary Gensler, il direttore della Securities and Exchange Commission (SEC), l’ente statunitense che vigila sulle borse.
Ma il magnate ha anche promesso di fare degli Stati Uniti la capitale mondiale delle criptovalute, inserendo la moneta digitale tra le riserve strategiche del Tesoro Usa, come già avviene solo a El Salvador e in Bhutan, anche grazie ai 16 miliardi in Bitcoin sequestrati dal governo di Washington, e de-regolamentando il settore.