L’Unione europea ha rimosso le Bahamas, il Belize, le Seychelles e le Isole Turks e Caicos dalla lista nera dei paradisi fiscali. La decisione è stata adottata oggi dal Consiglio Affari Esteri dell’Unione, che ha ridotto a 12 l’elenco delle “giurisdizioni non cooperative a fini fiscali”.
I due arcipelaghi dei Caraibi erano stati inseriti nella black list dell’Ue nell’ottobre 2022, mentre il Belize e le Seychelles erano entrate in elenco soltanto nell’ottobre scorso. Le motivazioni addotte per l’esclusione dall’elenco dei paradisi fiscali differiscono da un acaso all’altro.
“Per quanto riguarda le Bahamas e le Isole Turks e Caicos, dall’ottobre 2022 il Forum delle pratiche fiscali dannose (Fhtp) dell’Ocse ha individuato carenze nell’applicazione dei requisiti sulla sostanza economica in entrambe queste giurisdizioni”, si legge nel comunicato del Consiglio. “Nella valutazione più recente del Fhtp, le raccomandazioni inviate a entrambe le giurisdizioni di rimediare a queste carenze sono state convertite da “dure” a “soft”, il che ha consentito al Gruppo per il Codice di condotta di considerarle conformi allo standard per le giurisdizioni senza o con solo una imposta nominale sul reddito delle società”.
“Nell’ottobre 2023, il Belize e le Seychelles sono state incluse nella lista Ue delle giurisdizioni non cooperative a fini fiscali dopo una valutazione negativa del Forum globale dell’Ocse per quanto riguarda lo scambio di informazioni”, prosegue la nota. “A seguito delle modifiche alle norme applicabili in queste giurisdizioni, il Forum Globale ha concesso a entrambe una revisione supplementare, che sarà intrapresa nel prossimo futuro. In attesa dell’esito di questa revisione, il Belize e le Seychelles sono state incluse nella sezione pertinente dell’allegato II”, quindi sono uscite dalla black list (contenuta invece nell’Allegato I).
Attualmente, 12 giurisdizioni sono considerate dall’Ue come “non cooperative a fini fiscali”: Samoa americane, Anguilla, Antigua e Barbuda, Fiji, Guam, Palau, Panama, Russia, Samoa, Trinidad e Tobago, Isole Vergini americane e Vanuatu.
La black list è stata istituita nel dicembre 2017 e fa parte della strategia esterna dell’Ue finalizzata a promuovere la buona governance fiscale in tutto il mondo. Le singole giurisdizioni vengono valutate sulla base di una serie di criteri stabiliti dal Consiglio Ue, principi che riguardano la trasparenza fiscale, l’equa tassazione e l’attuazione di standard internazionali volti a prevenire l’erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili nei paradisi fiscali. Dal 2020, il Consiglio aggiorna l’elenco due volte l’anno: la prossima revisione è prevista per ottobre prossimo.