Tassa sulla plastica: l’idea del Governo
Il Governo Conte bis sta valutando di introdurre con la prossima manovra economica una tassa sugli imballaggi, le bottiglie e i contenitori in plastica. Si tratterebbe di una misura “green” che andrebbe ad aggiungersi alla criticatissima tassa sulle merendine e le bibite gassate e all’aumento delle imposte sui biglietti aerei.
La tassa consisterebbe in un prelievo fiscale da 20 centesimi di euro per ogni chilogrammo di plastica. Colpirebbe la produzione o l’importazione di imballaggi, bottiglie e contenitori. Probabilmente sarebbe limitata a beni considerati a rischio evasione fiscale. L’obiettivo, da un lato, è promuovere una filiera produttiva “plastic free” a tutela dell’Ambiente e, dall’altro, ovviamente fare cassa.
Come noto, infatti, il Governo è alla ricerca di coperture economiche per scongiurare l’aumento dell’Iva che dovrebbe scattare nel 2020. Per evitarlo servono 23 miliardi di euro e al momento ne mancano almeno 6. Si sta puntando principalmente sulle misure contro l’evasione fiscale, ma non basta.
Non è noto quanto si preveda di introitare con l’eventuale nuova tassa sulla plastica, ma al Ministero dell’Economia in queste settimane non si esclude nessuna strada per rastrellare risorse.
La tassa sarebbe accolta con favore dal fronte ambientalista, ma troverebbe l’opposizione del mondo delle imprese e delle associazioni dei consumatori. Con ogni probabilità, infatti, il prelievo a monte sulla produzione o l’importazione dei contenitori in plastica si ripercuoterebbe sul prezzo finale dei beni.