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    Tarquinia: dove le rinnovabili incontrano l’agricoltura

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 28 Lug. 2023 alle 09:39

    Piante erbacee, alberi da frutto e… pannelli solari. La dimostrazione che agricoltura ed energie rinnovabili possono convivere sullo stesso terreno si trova a Tarquinia, in provincia di Viterbo, dove, su un’area privata di un’impresa agricola locale, sono in corso i lavori per la realizzazione di quello che è destinato a essere il più grande parco agrivoltaico d’Italia.

    L’impianto – targato Enel Green Power e dotato di moduli di ultima generazione – avrà una capacità di 170 megawatt e, quando sarà pienamente a regime, genererà 280 gigawattora medi di elettricità all’anno, un quantitativo sufficiente a soddisfare il bisogno di 111mila famiglie del territorio.

    Ma la sua portata innovativa sta soprattutto nel fatto che alla produzione di energia pulita si affiancherà – letteralmente – la coltivazione di foraggio e borragine, che troveranno spazio nelle aree libere tra le file dei pannelli solari e nelle fasce di rispetto degli elettrodotti aerei, mentre nelle fasce perimetrali del parco saranno impiantati ulivi.

    Non solo: il cantiere – che è stato inaugurato lo scorso marzo e dovrebbe concludersi entro la fine del 2024 – sta anche avendo un impatto positivo sul territorio. Le imprese impegnate nella costruzione del parco agrivoltaico, infatti, sono tutte laziali, per la maggior parte provenienti dalla provincia viterbese, con un picco di coinvolgimento occupazionale di circa 330 persone durante l’arco dei lavori.

    Sul terreno saranno installati pannelli fotovoltaici bifacciali, dotati di una tecnologia che consente di assorbire l’energia del Sole su entrambe le superfici, sia quella anteriore sia quella posteriore. I moduli saranno montati su “strutture ad inseguimento del sole”, note come “tracker”, che massimizzano e rendono più efficiente la produzione di energia rinnovabile.

    Il parco solare in costruzione a Tarquinia dimostra insomma che gestire in armonia la crescita delle energie rinnovabili e l’attività agricola è possibile. E che questa combinazione può generare ricadute vantaggiose per l’ambiente, per il territorio e anche per l’economia, contribuendo alla riduzione della dipendenza energetica dell’Italia.

    Una volta a regime, infatti, l’impianto permetterà ogni anno di scongiurare l’emissione in atmosfera di circa 130mila tonnellate di anidride carbonica e di evitare il consumo di circa 26 milioni di metri cubi di gas, un combustibile fossile che – come noto – non solo in quanto tale aggrava la crisi climatica in atto ma, nel caso dell’Italia, proviene principalmente dall’estero (a prezzi elevati). Qui, invece, l’energia è prodotta direttamente in loco, è verde e potenzialmente infinita. Optare per le rinnovabili, in altre parole, conviene sia dal punto di vista ambientale sia da quello economico.

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