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    Stellantis, stop alla gigafactory di Termoli: il progetto è sospeso almeno fino a fine anno

    Credit: AGF
    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 12 Giu. 2024 alle 12:36

    Il progetto della gigafactory di Termoli subisce un’importante frenata. Acc, la joint venture capitanata da Stellantis e partecipata da Mercedes e Total, ha sospeso almeno fino alla fine dell’anno tutte le discussioni che erano in corso con Governo, Regione Molise e sindacati sulla fabbrica di batterie per auto elettriche che dovrebbe avviare la produzione nel 2026.

    Lo riferiscono in una nota congiunta le stesse sigle dei lavoratori, che parlano di “atteggiamento assai sfuggente” da parte dell’azienda nell’incontro che si è tenuto ieri, martedì 11 giugno, negli uffici del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

    Il Ministero, da parte sua, fa sapere che “ha ricevuto solo ieri sera (lunedì, ndr) da Acc la descrizione delle modifiche sulle nuove tecnologie che intende apportare al progetto” e “si riserva di valutare, anche con la Commissione europea, se esse siano compatibili con tempi e modalità del finanziamento stanziato” nell’ambito del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza.

    Il Ministero sottolinea anche di aver “condiviso le preoccupazioni dei sindacati” e di aver “sollecitato l’azienda a definire tempi certi nella realizzazione del progetto e richiesto precise garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali sugli stabilimenti produttivi di Stellantis in Molise”.

    La gigafactory di Termoli era stata annunciata dalla multinazionale Peugeot-Fiat nel 2021: un investimento da 2 miliardi di euro, per cui il Governo italiano ha messo a disposizione 400 milioni di fondi del Pnrr. La fabbrica dovrebbe dare lavoro a 2mila addetti, tanti quanti ne ha oggi lo stabilimento termolese di Stellantis, dove si producono  propulsori endotermici. Entro il 2030 il nuovo impianto dovrebbe sfornare batterie per una capacità pari a 40 gigawatt.

    Secondo quanto emerso, Acc avrebbe pigiato il pedale del freno per due motivi: da un lato, il rallentamento della domanda di auto elettriche in Italia, dall’altro la necessità di un aggiornamento tecnologico sulle batterie da produrre.

    I sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil, Fismic, Uglm e Aqcfrl lamentando che, a questo punto, non c’è “alcuna certezza per il futuro”, una “situazione – aggiungono – che non possiamo accettare”. Le sigle hanno chiesto a Governo e Regione Molise di “intraprendere una azione comune finalizzata ad ottenere chiarezza da Acc e dalla stessa Stellantis”.

    “Chiediamo a Stellantis di assumersi fino in fondo le sue responsabilità, di chiarire quali motori produrrà a Termoli e per quanti anni, giacché non ci possono bastare rassicurazioni di principio come quello oggi ricevute non corroborate da precise assegnazioni produttive. Inoltre chiediamo a Stellantis di assumersi le sue responsabilità anche verso Acc, di cui al contempo è sia il principale azionista sia il principale cliente”.

    Il Ministero, concludono i sindacati, “parla di rincontrarci a settembre, ma per noi Termoli è uno degli stabilimenti su cui fare chiarezza al tavolo generale automotive che ci aspettiamo venga assunto dalla Presidenza del Consiglio nelle prossime settimane”.

    Secondo quanto riferito dallo stesso Ministero, Stellantis “ha comunicato di voler aumentare la produzione di componenti Ics nello stabilimento di Termoli per la nuova 500 ibrida e per la Panda ibrida”. Il ministro Urso “convocherà nei prossimi giorni un tavolo Stellantis specifico per il Molise, a cui saranno invitati a partecipare i rappresentanti dell’azienda, della Regione, della filiera e dei sindacati”.

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