Stellantis “sta valutando” di produrre auto elettriche a basso costo cinesi nella storica fabbrica Fiat di Mirafiori. Lo riferisce il giornale internazionale online di settore Automotive News, solitamente ben informato sulle vicende che riguardano le quattro ruote.
La produzione inizierebbe a partire dal 2026 o 2027 e avverrebbe nell’ambito della collaborazione avviata lo scorso ottobre tra Stellantis e il costruttore cinese Leapmotor. In base all’indiscrezione, non commentata dalla multinazionale italo-francese, a Mirafiori verrebbero realizzati 150mila veicoli cinesi all’anno, che sarebbero poi vendute dai concessionari europei di Stellantis.
Al netto delle dispute sul destino dell’industria automobilistica italiana, per i 3mila operai rimasti dello stabilimento torinese (dove negli anni Sessanta lavoravano 65mila persone) si tratterebbe indubbiamente di un importante boccata d’ossigeno. Basti pensare che nel 2023 a Mirafiori sono state prodotte complessivamente meno di 86mila auto.
I nuovi veicoli in arrivo farebbero capo alla Leapmotor International, joint venture di diritto olandese di cui Stellantis ha comprato il 21% per 1,5 miliardi di euro.
Nei giorni scorsi, a margine della presentazione del bilancio 2023, l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, aveva dichiarato che la multinazionale produrrà auto Leapmotor in Italia se ciò si rivelerà “economicamente sensato”.
Disporre di un polo produttivo a Mirafiori consentirebbe all’azienda asiatica di evitare eventuali tariffe punitive che la Commissione europea potrebbe imporre alle importazioni di auto dalla Cina. Bruxelles ha infatti avviato un’indagine sui sussidi governativi cinesi per i veicoli elettrici nel timore che l’Europa possa essere “invasa” di auto a basso costo provenienti dal Paese del Dragone.
Lo scorso dicembre i sindacati dei metalmeccanici torinesi si erano espressi favorevolmente all’eventualità che in città vengano realizzate auto cinesi “nel rispetto delle regole europee e italiane”.
Oggi Mirafiori si regge oggi principalmente sulla produzione della 500 elettrica, che però, dopo due anni e mezzo molto positivi, nell’ultima parte del 2023 ha registrato una frenata dei volumi. Per il resto, vengono assemblati alcuni modelli di Maserati, che tuttavia restano un prodotto di nicchia (e per giunta dal 31 marzo terminerà la produzione della Levante, la cui nuova versione sembra destinata alla fabbrica di Cassino).
Inoltre, secondo Automotive News, dal 2027 lo stabilimento torinese potrebbe perdere anche la produzione della 500 elettrica, la cui nuova versione sarà realizzata in una fabbrica europea ancora da individuare (secondo il sito, potrebbe essere quella di Pomigliano d’Arco).
L’arrivo di un modello da 150mila unità all’anno aiuterebbe inoltre Stellantis a rispettare l’impegno preso con il Governo italiano di tornare a produrre nel nostro Paese un milione di veicoli all’anno entro il 2030 (l’anno scorso sono stati 751mila, di cui 230mila veicoli commerciali). Il tutto, peraltro, mentre alcuni modelli simbolo del Made in Italy, come la Topolino e la 600, vengono prodotti tra Polonia e Marocco.
Nelle scorse settimane la multinazionale ha polemizzato con l’esecutivo invocando più incentivi all’acquisto di auto elettriche. “Senza incentivi, alcuni stabilimenti italiani potrebbero chiudere”, ha avvertito Tavares. Ci salveranno i cinesi?
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