Spread, Cottarelli: “Se resta basso, risparmio di due miliardi di euro”
Se lo Spread dovesse continuare a restare basso, attorno ai 140-150 punti base, “il risparmio per lo Stato potrebbe aggirarsi complessivamente attorno ai due miliardi di euro”. La stima è di Carlo Cottarelli, docente e direttore dell’Osservatorio dei conti pubblici dell’Università Cattolica.
Il valore dello Spread Btp/Bund, il cui andamento è seguito costantemente e in tempo reale, ha orientato più volte le scelte politiche dell’Italia. Una circostanza che per Cottarelli può essere sbagliata. “L’Italia resta sempre un Paese troppo esposto agli shock e agli umori dei mercati finanziari”, dice.
I dati sul risparmio derivanti da uno spread che si mantiene basso, Cottarelli li lancia commentando in un’intervista al quotidiano Qn le nuove mosse della Bce.
Il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi ieri, 12 settembre, ha presentato le misure che ha messo in campo per risollevare l’economia europea da una fase difficile. Giù di 10 punti i tassi sui depositi, nuovo Qe (quantitative easing) da 20 miliardi al mese da novembre e finché sarà necessario “a rafforzare l’impatto accomodante dei tassi”. Infine, nuovo maxi-prestito a lungo termine per le banche a tassi più bassi per chi presta di più.
Per Cottarelli “sono provvedimenti che aiutano, sicuramente”. Però, precisa l’economista, “non è che le banche abbiano scarsa liquidità, il motivo per cui non prestano o investono di più, semmai, dipende dalla regolamentazione e dai vincoli sul capitale proprio cui sono costrette in questo momento”.
Ovviamente, ammette Cottarelli, “dal punto di vista psicologico può aiutare”. Così come i valori dello spread quando si mantengono al livello più basso.
Cottarelli sulle politiche europee
Per l’economista della Cattolica, serve “una politica di bilancio europeo, che sostenga l’economia del continente nei momenti di rallentamento”. Il governo giallorosso potrà probabilmente ottenere in Europa più flessibilità per l’Italia “ma non mi aspetto molto”.
Carlo Cottarelli è stato anche in lizza per la carica di ministro dell’Economia durante l’ultima crisi di governo. “Se anche ci fosse il consenso politico, cambiare le regole europee richiederebbe almeno due anni e dunque se ne riparlerebbe per la manovra 2022. Diciamo che mi aspetto 4-5 miliardi di spazio, oltre mi sembrerebbe strano”.
Difficile anche la posizione di Paolo Gentiloni, di recente nominato commissario per gli Affari economici. “È una buona nomina per l’ Italia”, dice Cottarelli, ma se alla direzione generale dell’Ecofin arrivasse un rigorista, “Gentiloni rischierebbe di restare schiacciato”.
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