La pandemia e la conseguente emergenza sanitaria globale dovute alla diffusione del contagio da Covid-19 hanno messo in ginocchio i Paesi e le loro economie, sia quelle sviluppate che quelle emergenti. Si è infatti registrata nei primi due trimestri dello scorso anno una durissima recessione, cui ha poi fatto seguito nel resto del 2020 una certa riapertura dei vari settori e delle economie mondiali. Questo anche grazie all’allentamento progressivo delle misure di contenimento, che avevano portato a un blocco e a pesanti limitazioni alla libertà di movimento delle persone. La strategia è stata poi cambiata e si è iniziato a puntare su una serie di mini lockdown, essenzialmente calibrati in risposta alla nuova ondata del virus esplosa in autunno. Così facendo, si sono andate lentamente raffreddando le prospettive e le aspettative di ripresa globale immaginate per la fine dell’anno. La vera chiave di volta è senza dubbio rappresentata dal successo della campagna vaccinale, visto che a una più veloce immunizzazione della popolazione – a cominciare dalle fasce più deboli per poi andare a toccare gradualmente tutti gli altri – corrisponde un ridotto rischio di nuovi focolai e infezioni. In tal modo, si punta a imprimere una maggiore velocità per quanto riguarda la ripartenza delle economie dei vari Paesi. Cerchiamo di capire quale sarà l’impatto sulla crescita in Italia e quali gli scenari economici post Covid per le nostre aziende.
I settori in crisi e quelli capaci di reggere le sfide della modernità
La situazione economica italiana è ancora piuttosto fluida, soprattutto perché l’emergenza non può ancora definirsi superata viste le nuove varianti in circolazione che fanno preoccupare ogni giorno di più. Ad ogni modo, sarà corretto affermare come vi siano alcuni settori i quali – già prima della crisi – avevano dimostrato di saper interpretare e cogliere quello che è lo spirito di questi tempi moderni. Qualche esempio? Senza dubbio il riferimento può essere al settore delle ristrutturazioni di immobili volte ad ottenere un ammodernamento dal punto di vista energetico e sostenibile oppure votate all’integrazione tecnologica. Anche il comparto green e quello digital, naturalmente, erano e sono in grado di cavalcare l’onda con una maggiore disinvoltura. E’ inoltre ovvio come pure la farmaceutica e il settore biomedicale abbiano mantenuto un profilo di rischio piuttosto contenuto. E’ altrettanto evidente, però, che la crisi potrà continuare a colpire quei settori che sono invece a bassa concentrazione di tecnologia. Il Covid-19 ha infatti contribuito a rendere i loro modelli di business già fuori tempo ancora più obsoleti. Ed è proprio la capacità di innovare il modelli di business a rappresentare il bivio cruciale, che consentirà di sopravvivere oppure finirà per far sparire molte realtà.
Burocrazia, ripartenze e investimenti: i nodi da sciogliere
Tra le difficoltà che si presentano con particolare riferimento al nostro Paese c’è senza dubbio quella relativa alla burocrazia, molto elevata anche nel confronto con altre realtà nel resto d’Europa. Si devono fare i conti anche con un simile ostacolo in merito alla fase di ricostruzione, che si trova a monte rispetto agli investimenti. Le procedure per le aziende devono essere quindi rese sempre più semplici, in modo da agevolare la ripresa delle attività a pieno regime. Molto spesso in Italia ci si trova anche nella condizione di non riuscire a mettere a fuoco un quadro di riferimento che consenta a start up, PMI e imprenditori di successo di crescere facendo sistema e divenendo così sempre più competitivi a livello internazionale e globale. Tra le soluzioni che vengono offerte per i vari settori e per i singoli imprenditori che non riescano altrimenti a riprendersi in totale autonomia c’è per esempio la formula dell’assicurazione del credito, offerta da compagnie specializzate nel settore. Di che cosa si tratta? In pratica per poter proteggere il flusso di cassa generato dalle proprie attività vengono coperti i crediti con una scadenza di 12 mesi. Diventa così possibile monitorare la solidità finanziaria dei clienti, in modo tale da riuscire a svolgere la propria attività imprenditoriale con un surplus di serenità. Nel caso in cui si dovesse verificare un inadempimento protratto oppure vi sia insolvenza da parte dei clienti, si riceverà un’indennità per il costo dei servizi erogati e dei beni consegnati. In tal modo all’orizzonte chi voglia investire, ripartire e attualizzare il modello di business potrà intravedere molte opportunità vantaggiose e raccogliere le sfide lanciate dai tempi moderni.
Le prospettive di sviluppo e la mappa dei settori
Il ritorno tanto agognato alla normalità con i suoi consueti livelli e ritmi potrà essere senza dubbio molto graduale, facendo registrare nel frattempo dei cali importanti in alcuni settori quali quello del turismo e quello dei trasporti. In più, sarà corretto affermare come le aziende caratterizzate da una dipendenza piuttosto elevata nei confronti di export e catene globali di produzione abbiano già iniziato a soffrire in maniera importante dal gennaio dello scorso anno. Ovvero dai primi momenti in cui il Coronavirus aveva iniziato il suo percorso di diffusione a partire dalla Cina. Il fermo delle attività produttive ha colpito duramente anche altre industrie, in difficoltà nel riuscire a generare flussi di cassa adeguati per poter far fronte ai vari impegni. Si tratta di quelle realtà con una leva finanziaria elevata e una scarsa liquidità. Ad ogni modo, sarà corretto affermare come vi siano anche settori che potranno trovare nuove prospettive di sviluppo. Abbiamo già fatto riferimento in apertura di approfondimento al settore della farmaceutica, assieme a quello biomedicale, soprattutto in un orizzonte di medio e lungo termine. Aggiungendo altre realtà che si occupano di offrire servizi di tipo immateriale come ad esempio le telecomunicazione e l’ICT (acronimo di Information and Communication Technology). Tutto questo naturalmente dovrà tenere conto, accanto ai riflessi per quanto riguarda il fronte prettamente economico e soprattutto in ottica di rischio creditizio, anche degli impatti sotto l’aspetto finanziario che aziende, imprenditori e start up si troveranno necessariamente ad affrontare anche per quest’anno e naturalmente quello a venire.