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    “Così non reggeremo a lungo, la manovra è da riscrivere”: il ministro Savona teme per la tenuta del Governo

    La tenuta dell'esecutivo è sempre più in bilico
    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 22 Nov. 2018 alle 11:43 Aggiornato il 22 Nov. 2018 alle 12:35

    “Così non reggeremo ancora a lungo”. Sono state queste le parole pronunciate dal ministro per gli Affari europei, Paolo Savona, dopo la bocciatura della manovra da parte della Commissione europea.

    Il commento del ministro è il segno di un frattura sempre più difficile da ricucire tra i due partiti di governo, che continuano a scontrarsi su temi che vanno dalle infrastrutture (come Tav e Tap), agli inceneritori fino al Ddl Anticorruzione, passando per la manovra economica.

    Luigi Di Maio, nonostante la bocciatura della Commissione e l’avvio di una procedura di infrazione contro l’Italia, non ha intenzione di cedere: farlo significherebbe rinunciare al reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia del movimento.

    Per quanto riguarda lo spread, secondo il leader pentastellato, il peggio è ormai passato ed è sufficiente prendere degli “impegni aggiuntivi” con l’Ue per evitare ripercussioni in ambito europeo.

    Dello stesso parere si è detto il ministro dell’Economia Tria, secondo cui “la manovra assicura il totale controllo dei conti pubblici e drammatizzare il dissenso tra Italia e Ue danneggia tutti”.

    Anche Matteo Salvini continua a difendere la manovra del suo governo, affermando di star aspettando anche “la lettera di Babbo Natale” dopo quella dell’Ue, ma sembra meno ottimista del suo alleato.

    Il leader della Lega infatti ha ammesso che lo spread a 300 punti è un danno per l’economia italiana e Salvini non può permettersi di perdere l’elettorato degli imprenditori del Nord.

    Alle parole del capo del Carroccio ha fatto eco il ministro Savona, ancora più pessimista: “Non si può più andare avanti così, non ha senso. E la manovra com’è non va più bene: è da riscrivere”.

    Secondo il ministro infatti non c’è possibilità di convincere l’Ue a non procedere contro l’Italia, nonostante gli sforzi del premier Conte che il 22 novembre incontrerà Juncker in un ultimo tentativo di salvare il governo.

    Il governo cadrà?  – Dopo la bocciatura della manovra, ennesimo punto di scontro tra i leader di Lega e M5S, sempre più quotidiani hanno iniziato a vagliare l’ipotesi della caduta del governo.

    Ma il futuro resta incerto: il ritorno alle urne in questo momento non conviene a nessuno dei due partiti di governo. La Lega continua a salire nei sondaggi, ma non ha ancora raggiunto il 50 per cento delle preferenze. Ritornare al governo con i 5 Stelle, anche se da una posizione di forza, non sarebbe un cambiamento significativo rispetto alla situazione attuale.

    Una soluzione potrebbe essere allearsi con il centrodestra, ma non è certo che Salvini o i leader di Forza Italia e Fratelli d’Italia siano d’accordo.

    La prospettiva di nuove elezioni è ancora meno allettante per i 5 Stelle e in particolare per il vicepremier Di Maio: in base alla regola interna sul limite dei due mandati, il leader del movimento infatti non potrebbe ricandidarsi.

    Tra caduta del governo e mantenimento dello status quo alcuni quotidiani italiani inseriscono una terza opzione: la nascita di un governo tecnico in stile Monti. Neanche l’opposizione è pronta ad affrontare nuove elezioni.

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