Il Consiglio dei ministri convocato per il pomeriggio di giovedì 4 aprile 2019, insieme al decreto Crescita, esaminerà anche i decreti attuativi per il rimborso dei risparmiatori truffati dalle banche.
Dopo giorni difficili, fatti di polemiche e attacchi incrociati dei due leader Matteo Salvini e Luigi Di Maio nei confronti del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, i tecnici della maggioranza hanno raggiunto dunque un accordo su come rendere operativo il Fondo di indennizzo dei risparmiatori (Fir).
Un provvedimento inserito tra i punti dell’ultima Legge di bilancio e alimentato con 525 milioni per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021.
Un tema, questo, che è stato al centro della campagna elettorale del Movimento Cinque Stelle e poi è diventato uno dei punti del contratto di governo con la Lega. Tria, dunque, ha consegnato i testi a Palazzo Chigi, non nascondendo il suo fastidio per gli attacchi ricevuti nei giorni precedenti.
Dopo le accuse dei due vicepremier, infatti, sono arrivate anche le sollecitazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte: “È un impegno del governo – ha detto da Doha – assunto da entrambe le forze politiche e anche da me, quindi ci tengo personalmente perché le norme siano adottate e varate al più presto”.
Tuttavia, contrariamente a quanto era trapelato nei giorni scorsi, il decreto sui rimborsi ai truffati delle banche non sarà inserito nel decreto Crescita. A precisarlo è il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro: “Nel consiglio dei Ministri non ci saranno nuove norme ma si affronterà il tema dei decreti attuativi con l’obiettivo di approvarli nel più breve tempo possibile. E’ un nostro impegno fondamentale e lo porteremo presto a termine”.
Il nodo principale riguarderebbe la necessità di inserire all’interno delle norme attuative del Fondo per i risparmiatori una forma di tutela per i funzionari delle banche, che potrebbero essere chiamati in causa dalla Corte dei Conti. Un’altra preoccupazione del ministro Tria, inoltre, è una possibile procedura d’infrazione dell’Unione europea.
Le banche coinvolte dalla crisi, i cui risparmiatori (gli azionisti fino al 30% e gli obbligazionisti fino al 90%) saranno risarciti come voluto dal governo, sono Banca Etruria, Banca Marche, Carchieti, CariFerrara e le Popolari venete.