Mes, la riforma è stata già approvata o no? Cosa può ancora cambiare
“La riforma del Mes è stata già approvata a giugno, ora discutiamo solo la legislazione secondaria”, ma “la firma sul trattato a dicembre non è necessaria, può avvenire anche uno-due mesi più tardi”. Due frasi, entrambe attribuite ad alcune fonti dell’Unione europea citate dall’agenzia Ansa, che sembrano contraddirsi a vicenda. E che svelano quello che ormai, giorno dopo giorno, sembra sempre più chiaro: qualcuno sta mentendo sulle modifiche in corso al Fondo Salva-Stati.
Il Mes è uno strumento che serve per dare assistenza ai Paesi della zona euro che si trovano in difficoltà finanziarie. Attraverso il cosiddetto Fondo Salva-Stati possono essere concessi prestiti, acquistati titoli di debito sul mercato primario e secondario, fornita assistenza finanziaria, si può intervenire sulla ricapitalizzazione di banche e istituzioni finanziare e si possono concedere prestiti ai governi. Esiste dal 2012, ma da circa due anni sono in corso discussioni per la sua riforma.
A giugno 2019, quando al governo c’erano Lega e M5s, i Paesi dell’Eurogruppo hanno trovato un accordo preliminare sulle correzioni da apportare. Ma in prossimità del voto finale, previsto per dicembre, in Italia si è sollevato un polverone. Lega e Fratelli d’Italia hanno accusato il premier Giuseppe Conte di non aver rispettato la maggioranza Lega-M5s, che chiedeva di non dare il via libera alle modifiche del trattato. Matteo Salvini ha anche dichiarato che, dopo aver deciso di non dare ascolto alla maggioranza, Conte non ha adeguatamente informato il Parlamento. Dal canto suo, il premier ha precisato che “i ministri del precedente governo erano stati informati“.
Tra una bugia e una smentita, la maggioranza di governo si è spaccata. Da un lato il premier Conte che, con l’appoggio del Pd, continua a spingere perché l’Italia rispetti gli impegni presi a giugno con l’Eurogruppo e dia il consenso finale alla riforma del Meccanismo europeo di stabilità. Dall’altra il Movimento Cinque Stelle, che tramite il leader Luigi Di Maio fa sapere che “non firmerà l’accordo al buio”. Sullo sfondo, uno scatenato Salvini che, con l’appoggio di Giorgia Meloni, continua a sostenere che l’accordo di giugno – considerato svantaggioso per l’Italia – sia stato preso all’oscuro della Lega.
Riforma del Mes, le prossime scadenze
Nel frattempo, le scadenze incombono: mercoledì 4 dicembre a Bruxelles si riunisce l’Eurogruppo (la riunione dei ministri finanziari dei 19 Paesi della zona Euro), con lo scopo di dare l’ok definitivo alla riforma del Mes. Eppure, da quello che è trapelato oggi, quella di dopodomani potrebbe trasformarsi nell’ennesima riunione interlocutoria. Soprattutto per aspettare la giornata di mercoledì 11 dicembre, quando la maggioranza giallorossa sarà chiamata a varare una risoluzione comune sulla riforma del Mes in vista del Consiglio Ue, che si terrà il 12-13 dicembre.
Così, sembra che l’Eurogruppo – nonostante qualche muso lungo – abbia deciso di andare incontro alle polemiche sorte in Italia, aprendo a un dialogo che al momento sembra però davvero difficile. Anche perché Francia e Germania, ad esempio, ritengono molto soddisfacente il testo redatto a giugno scorso. E la riforma del Mes, per poter essere approvata, necessita il voto unanime di tutti i Paesi dell’Eurogruppo.
Lo scenario più probabile sembra lo slittamento del voto finale sul Fondo Salva-Stati. Di conseguenza, ogni discussione inizierebbe dopo l’insediamento della nuova Commissione europea (e del nostro Paolo Gentiloni, nominato commissario agli Affari economici): Ursula von der Leyen si ritroverebbe così a esordire nel suo ruolo di presidente con una bella gatta da pelare.
Riforma del Mes, cosa potrebbe cambiare
Ma quali sono, tra i tanti temi al centro della modifica del Fondo Salva-Stati, gli argomenti su cui l’Eurogruppo potrebbe cedere e fare marcia indietro?
Al momento, si sta discutendo (quasi) esclusivamente su dove inserire la riforma del Mes: se infatti venisse inserita all’interno del Trattato avrebbe una valenza giuridica più piena rispetto a quella che avrebbe come allegato. Inoltre, l’unica materia su cui l’Eurogruppo potrebbe prendere decisioni diverse rispetto a giugno sembra lo schema comune di garanzia sui depositi per contrastare i possibili crack delle banche dell’Eurozona.
Per il resto, il quadro sembra piuttosto delineato. Un altro tema, correlato alla riforma del Mes perché se ne discuterà contestualmente all’Eurogruppo, è il completamento dell’Unione bancaria tra i Paesi dell’Ue. In questo caso, si potrebbe arrivare a uno schema comune di assicurazione sui depositi e a una diversa assegnazione del rischio dei titoli sovrani detenuti dalle banche. E anche su questo tema, l’Italia ha già annunciato battaglia da tempo.