Il prezzo del carburante il 24 aprile è arrivato a superare i 2 euro al litro. Un aumento che arriva alla vigilia del 25 aprile e del ponte del primo maggio, causando non pochi disagi agli automobilisti.
A causare il rialzo del prezzo del greggio sono stati principalmente due fattori geopolitici: la guerra in Libia e l’inasprimento delle sanzioni Usa contro l’Iran.
Il 22 aprile il presidente degli Stati Uniti ha annunciato di non voler più rinnovare le esenzioni per l’import di petrolio iraniano, andando a danneggiare anche l’Italia. Le esenzioni sarebbero scadute a inizio maggio e a beneficiarle sarebbe stata anche l’Italia, che avrebbe potuto continuare a importare petrolio da Teheran.
Dopo le dichiarazioni di Donald Trump, si è registrato un innalzamento delle quotazioni del greggio e dei prodotti petroliferi portando così ad aumento del 2 per cento del prezzo del greggio, che ha raggiunto i 74,5 dollari al barile.
Ma le sanzioni contro il paese degli Ayatollah non sono l’unico motivo dietro l’aumento del greggio. A pesare sul rincaro dei prezzi del greggio anche la crisi libica, che sta pesantemente danneggiando le compagnie petrolifere italiane.
Dal 3 aprile il paese nordafricano è nel caos dopo l’avvio da parte del maresciallo Khalifa Haftar di un’offensiva contro la capitale Tripoli e il Governo di accordo nazionale di al Serraj.
Il 13 aprile le forze dell’uomo forte della Cirenaica avevano anche minacciato direttamente la sicurezza del personale dell’Eni, avendo bombardato una caserma che sorge a pochi chilometri dal centro di Zwara, dove si trova uno stabilimento della compagnia italiana.
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