In Italia un giovane su quattro compreso nella fascia d’età tra i 15 e i 29 anni è a rischio povertà: l’Eurostat ha reso note la scorsa settimana le proprie rilevazioni sulle condizioni di vita dei cittadini europei che dispongono di un reddito netto al di sotto della 60% della mediana nazionale, il dato per il nostro Paese è del 24,6%. Peggio di noi soltanto Danimarca (25,6%), Grecia (25,3%), Spagna (24,9%) e Romania (24,9%). Stesso punteggio invece da parte della Svezia.
Al contrario, a far registrare le percentuali migliori in termini di uguaglianza economica sono state Repubblica Ceca (8,6%), Slovenia (9,9%) e Irlanda (10,3%). Se si guarda al rischio povertà dell’intera popolazione, senza alcuna distinzione di età, l’Italia è in sestultima posizione con il 20,1% degli abitanti, davanti solo a Lettonia (23,4%), Romania (22,5%), Bulgaria (22,1%), Spagna (21,7%) ed Estonia (20,6%).
Tutti questi Paesi sono ben al di sopra della media europea che è del 16,8%. Il report Eurostat è basato però su dati raccolti nel 2021, quando la pandemia incise non poco sui redditi. E non tiene quindi conto della ripresa economica successiva. Di contro però, come stimato dalla Caritas, negli anni dal 2007 al 2021 il numero di italiani in povertà assoluta è più che triplicato, passando da 1,8 milioni a 5,6 milioni (il 9,4% della popolazione), 1,4 milioni delle quali minori di 18 anni.