Il Piano Colao, se attuato per intero, costerebbe 170 miliardi di euro in cinque anni. Lo ha calcolato l’Osservatorio Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica di Milano, diretto dall’economista Carlo Cottarelli. Si tratta di una cifra importante, ma – osservano gli autori dello studio – “molto simile a quella che potrebbe spettare all’Italia sulla base del programma Next Generation Eu”, noto anche come Recovery Fund.
L’inizio sarebbe soft: il primo anno il Piano Colao costerebbe 4,5 miliardi di euro (per il “numero limitato di iniziative definite come immediatamente attuabili dal Piano stesso”). Il secondo anno si schizzerebbe a 47 miliardi di euro, per poi calare a 35 miliardi il terzo.
Il Piano Colao suggerisce al Governo l’attuazione di 102 misure. Secondo l’Osservatorio, 5 di queste assorbirebbero da sole due terzi dei 170 miliardi di euro complessivi: si tratta del potenziamento della linea alta velocità e dei collegamenti con gli aeroporti, dell’introduzione dell’assegno unico per figli, degli incentivi alla transizione energetica, del piano nazionale asili nido e della valorizzazione di poli turistici, aree marine e portuali.
L’85 per cento delle iniziative proposte avrebbe invece un costo medio annuo inferiore ai 500 milioni di euro, mentre più della metà delle misure – sempre secondo i calcoli dell’Osservatorio – avrebbe un costo medio annuo inferiore ai 100 milioni.
I costi sarebbero infine così ripartiti sulle 6 macro-aree di intervento individuate dalla task force di Colao: 56,8 miliardi di euro sarebbero destinati a “Individui e famiglia”, 48,1 miliardi a “Turismo e cultura”, 43,6 miliardi a “Infrastrutture e ambiente”, mentre basterebbero 5,3 miliardi di euro per la “Pubblica amministrazione” e 1,8 miliardi per le iniziative nel campo “Istruzione, ricerca e competenze”.
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