Quota 100 ultime notizie: quali contributi sono validi? I chiarimenti dell’Inps
Quota 100 ultime notizie – L’Inps, tramite il messaggio 1551/2019, ha chiarito alcune questioni relative ai contributi validi per il perfezionamento dei requisiti al fine di accedere a Quota 100, il nuovo meccanismo di anticipo previdenziale che permette di accedere alla pensione con 62 anni di età e 38 di contribuzione versata.
Come spiegato anche da Il Sole 24 Ore, infatti, coloro che hanno almeno una quota retributiva nella propria pensione e vogliono beneficiare dell’uscita anticipata da lavoro con la riforma di superamento della legge Fornero, devono dimostrare il possesso di un requisito ulteriore: dei 38 anni di contributi versati – i quali possono essere versati in qualsiasi gestione Inps attraverso il cumulo contributivo gratuito – almeno 35 devono riferirsi alla sola contribuzione effettiva.
Che significa? Per contribuzione effettiva si intende in sostanza qualsiasi tipo di contribuzione accantonata: quindi da riscatto, da accredito figurativo gratuito per maternità al di fuori del rapporto di lavoro, versata durante il servizio militare ecc. L’unica eccezione in tal senso è rappresentata dai contributi da disoccupazione e da malattia non integrata dal datore di lavoro, anche se ciò non significa che chi perfeziona il requisito contributivo utile per Quota 100 dopo un periodo in cui ha percepito la Naspi non possa rientrare nella platea di beneficiari di questa forma di anticipo previdenziale.
Chi infatti vi accede con 38 anni di contributi esatti, 3 di questi potranno essere costituiti da contributi figurativi da disoccupazione, Aspi, mini-Aspi e Naspi.
Per quanto riguarda il meccanismo di finestre mobili d’uscita previste per chi vuole andare in pensione con Quota 100, che prevede un periodo di attesa tra il perfezionamento dei requisiti e l’effettivo accesso all’assegno pensionistico, la conferma è che esso varia tra dipendenti pubblici e lavoratori autonomi: se i primi ricevono l’assegno dopo tre mesi, i secondi dopo sei.
Gli autonomi che hanno raggiunto i requisiti per Quota 100 nel 2018, infatti, hanno visto liquidata la propria pensione ad aprile 2019, mentre i dipendenti del pubblico impiego che li hanno raggiunti entro lo scorso 29 gennaio, dovranno attendere il 1° agosto 2019.
Molto importante, comunque, è sottolineare che è possibile continuare a versare contributi (e quindi a lavorare) anche nel “periodo di finestra”: anche questi versamenti saranno considerati per il calcolo del futuro assegno.
Altra opzione a disposizione, invece, è poi quella di cessare l’attività lavorativa e accedere alla pensione anche il giorno dopo, a patto che sia esaurito il periodo di finestra.
Leggi l'articolo originale su TPI.it