Quota 100 e Tfr | Tfs | Liquidazione | Prestito | Calcolo | Pubblici e privati
Quota 100 e Tfr-Tfs – Per quanto riguarda Quota 100 (qui come funziona), i dipendenti pubblici e privati che hanno fatto richiesta di uscire anticipatamente dal lavoro con questo nuovo meccanismo previdenziale – introdotto con il decreto 4/2019 e poi convertito in legge lo scorso 27 marzo – hanno la possibilità di veder liquidato il proprio Tfr o Tfs in tempi molto rapidi e senza dover attendere il raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia.
Ricordiamo che per Tfr/tfs si intende la somma di denaro che viene corrisposta al lavoratore dipendente quando termina il suo rapporto con l’azienda (o la pubblica amministrazione).
Per quanto riguarda i dipendenti pubblici, questi possono ottenere, tramite un prestito bancario agevolato, un anticipo dell’importo del Tfs fino a 45mila euro, vedendosi quindi corrisposto il 40 per cento del trattamento medio. Nel caso invece di pagamento posticipato vi è la possibilità di vedersi scontati fino a 5.250 euro sugli interessi.
“116mila lavoratori statali possono chiedere fino a 30mila euro del Tfs/Tfr nel 2019 con un anticipo da due a sei anni”, è quanto recitava una delle slide diffuse dal governo Conte che esplicano il funzionamento della nuova riforma delle pensioni. Tale soglia, nel successivo passaggio parlamentare del decreto 4/2019 per la conversione in legge, è stata poi aumentata da 30mila a 45mila euro.
I dipendenti pubblici, in sostanza, tramite questo finanziamento agevolato vengono esentati sia dall’imposta di bollo che da quella di servizio, nonché da qualsiasi altro tributo o imposta indiretta. “Il dipendente pubblico NON dovrà pagare, per finanziamenti sotto i 18 mesi, 216 euro di imposte”, proseguono le slides dell’esecutivo, mentre per i finanziamenti sopra i 18 mesi “NON dovrà pagare il 2 per cento sull’ammontare erogato”. Tutto questo per un risparmio, quindi, di 600 euro sulle imposte.
Per quanto riguarda il capitolo “pagamento interessi”, come anticipato tali prestiti bancari vengono erogati con tasso agevolato e il pagamento può essere corrisposto solo dopo che è stato corrisposto il saldo. Tale tasso agevolato, concordato con ABI, l’Associazione bancaria italiana, è pari al 2.485 per cento contro la media del 6 per cento, ma è naturalmente suscettibile di variazioni.
A poter beneficiare di queste condizioni anche chi ha fatto domanda per andare in pensione prima dell’approvazione del “decretone”, avvenuta lo scorso gennaio 2019.
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