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    Pensioni d’oro | Cosa sono | Quante sono | Soglia | Taglio | Notizie Oggi

    Tutto quello che c'è da sapere sulle pensioni d'oro

    Di Giulia Angeletti
    Pubblicato il 19 Feb. 2019 alle 07:00 Aggiornato il 27 Feb. 2019 alle 16:12

    Pensioni d’oro | Cosa sono | Quante sono | Soglia | Taglio | Notizie Oggi

    Soprattutto negli ultimi tempi è tornato a surriscaldarsi il tema delle pensioni d’oro.

    Queste – come molte altre questioni legate alla previdenza – sono state prese di mira dall’esecutivo Lega-M5s, il quale ha predisposto nella nuova legge di Bilancio 2019 (qui cosa prevede) dei tagli proprio nei loro riguardi e l’introduzione di un contributo di solidarietà.

    È dunque opportuno fare chiarezza in merito: cosa sono le pensioni d’oro e chi le percepisce? Quali sono gli interventi che il governo ha attuato nei loro confronti?

    Pensioni d’oro | Cosa sono

    Naturalmente, come suggerisce la loro denominazione, le pensioni d’oro costituiscono assegni pensionistici più consistenti del normale.

    Di certo non esistono veri e propri parametri per stabilire se una pensione è d’oro o meno, ma diciamo che l’importo di questi assegni può oscillare tra i 40 e i 200mila euro annui e che i principali beneficiari sono ex parlamentari, ex dipendenti di Quirinale, Parlamento e Corte Costituzionale, ex consiglieri o dipendenti delle Regioni.

    Le pensioni d’oro, proprio perché in un certo qual modo considerate “privilegi” fin troppo grandi concessi solo ad alcune categorie, sono state prese di mira già da qualche tempo sia da Lega che M5s, i quali ritengono di poter utilizzare le risorse derivanti dal loro taglio per “restituire le pensioni minime a 3 milioni di italiani”.

    Il contratto di governo, infatti, al punto 26 tratta dei “Tagli dei costi della politica, delle istituzioni e delle pensioni d’oro” e contiene l’annuncio delle misure che l’esecutivo di Giuseppe Conte intende mettere in atto per effettuare questi tagli: “Riteniamo doveroso intervenire nelle sedi di competenza per tagliare i costi della politica e delle istituzioni, eliminando gli eccessi e i privilegi. Occorre ricondurre il sistema previdenziale (dei vitalizi o pensionistico) dei parlamentari, dei consiglieri regionali e di tutti i componenti e i dipendenti degli organi costituzionali al sistema previdenziale vigente per tutti i cittadini, anche per il passato. Occorre razionalizzare l’utilizzo delle auto blu e degli aerei di Stato, oltre che l’utilizzo dei servizi di scorta personale. 
Per una maggiore equità sociale riteniamo altresì necessario un intervento finalizzato al taglio delle cd. pensioni d’oro (superiori ai 5.000,00 euro netti mensili) non giustificate dai contributi versati”

    Pensioni d’oro | Quante sono

    Ma quanti sono, a questo punto e dati alla mano, i pensionati d’oro? Secondo i dati dell’Osservatorio sui flussi di pensionamento dell’Inps nel 2017 c’è stato un aumento: gli assegni superiori ai 3mila euro mensili sono passati da 16mila a 20mila.

    Togliendo chi cumula diversi redditi da pensione – e che quindi riceve due o più assegni comunque inferiori ai 5mila euro – coloro che intascano più di 5mila euro netti mensili con un assegno pensionistico sono però solo poche migliaia, secondo gli esperti troppo pochi per poter pensare a un recupero di risorse adatto a garantire le pensioni minime.

    Pensioni d’oro | I tagli del governo giallo-verde

    Il governo Conte ha stabilito che il taglio sulle pensioni d’oro verrà applicato a partire dal 2019 per i prossimi 5 anni tramite l’introduzione di un contributo di solidarietà. Questo viene calcolato sulla base di cinque diverse fasce di aliquota. Il taglio – che riguarderà tra i 24 e i 26 mila pensionati – è infatti stabilito sulla base del reddito e sarà:

    1 – del 15 per cento per redditi tra i 100 mila e i 130 mila euro lordi;

    2 – del 25 per cento per redditi tra i 130 mila e i 200 mila euro lordi;

    3 – del 30 per cento per redditi tra i 200 mila e i 350 mila euro lordi;

    4 – del 35 per cento per redditi tra i 350 mila e i 500 mila euro lordi;

    5 – del 40 per cento per redditi superiori ai 500 mila euro lordi annui.

    Secondo le stime dell’esecutivo con questi tagli si riusciranno a mettere da parte 76,1 milioni di euro nel 2019, 76,6 nel 2020, 83,3 nel 2021, 86,7 nel 2022 e, infine, 89,9 nel 2023.

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