Pensione di cittadinanza pagamenti | 58mila pagate su 488mila domande accolte
Pensione di cittadinanza pagamenti – Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, oltre ad aver parlato del “caso rinunce” per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, negli ultimi giorni ha fornito i dati per quanto riguarda il numero di pensioni di cittadinanza finora erogate.
A fronte delle 488mila richieste per reddito e pensione di cittadinanza accolte nella prima finestra, quella di marzo, sono attualmente 58mila le pensioni effettivamente pagate: il 12 per cento dei beneficiari della PdC sono nuclei familiari composti esclusivamente da uno o più componenti di almeno 67 anni, mentre l’88 per cento sono nuclei familiari che hanno ottenuto il reddito di cittadinanza. Quest’ultima percentuale corrisponde a una platea di circa 430mila nuclei.
Secondo quanto comunicato dal presidente dell’istituto di previdenza, quindi, di quel 73-75 per cento di istanze accolte “circa il 14% dovrebbero essere pensioni di cittadinanza” (118mila).
Numeri che, come osservato da Il Sole 24 Ore, risultano essere ancora molto lontani da quell’adeguamento di oltre tre milioni di pensioni povere – cioè sotto i 780 euro mensili – che sono state censite dall’Inps.
Nel frattempo il ministero del Lavoro sta prendendo in esame delle soluzioni per riuscire ad alzare l’importo del sussidio a quelle categorie più svantaggiate, come coloro che hanno perso il lavoro da poco ma che hanno percepito un reddito nei due anni precedenti la richiesta del reddito o della pensione di cittadinanza (l’Isee ordinario 2019 fa riferimento ai redditi 2017).
Ai neo disoccupati, quindi, si vorrebbe estendere la possibilità di presentare l’Isee corrente (qui come funziona e come si richiede) ai disoccupati: in questo modo la domanda viene lavorata dall’Inps prendendo in considerazione una situazione reddituale più in linea con il presente del richiedente.
Quest’iniziativa si aggiunge a quella, sempre promossa dall’Inps, di pensare una soluzione al fine di andare incontro a quelle 20-30mila persone che vivono senza fissa dimora e che per questo non sono in possesso dei requisiti di residenza previsti per richiedere il reddito o la pensione di cittadinanza; al fine di ottenere il sussidio, infatti, è necessario risiedere in Italia da almeno dieci anni, di cui gli ultimi due in maniera continuativa.
Tale soluzione è rappresentata dall’istituzione, in tutti i comuni, di residenze fittizie, come la Via Modesta Valenti di Roma, oppure dal riferimento alla residenza di nascita, in modo tale che anche coloro che versano in una situazione di forte indigenza possano beneficiare dell’aiuto economico introdotto dal decreto 4/2019.
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