La proposta di legge del ministro del lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio sulla chiusura dei negozi nei giorni festivi ha fatto molto discutere. L’opinione pubblica è infatti divisa sulla questione.
Negozi chiusi la domenica? La maggioranza degli italiani si dichiara contraria. Secondo la rilevazione di Noto Sondaggi, il 56 per cento è favorevole infatti all’apertura domenicale dei centri commerciali e dei negozi.
Soltanto il 33 per cento degli italiani si trova d’accordo con la proposta di Di Maio.
Il vicepremier però va avanti con la sua idea e, parlando in una diretta Facebook alla Fiera del Levante di Bari, ha annunciato che ha intenzione di approvare la legge entro la fine del 2019.
La proposta di legge vuole imporre lo stop delle aperture dei negozi e centri commerciali nei weekend e nei festivi “con delle turnazioni” in base alle quali, in ogni giornata festiva, resta aperto il 25 per cento degli esercizi commerciali.
Una proposta più morbida rispetto a quella lanciata dagli alleati di governo leghisti, che vuole invece consentire l’apertura dei negozi solo le domeniche di dicembre e altre quattro domeniche o giorni festivi negli altri mesi dell’anno.
Negozi chiusi la domenica: chi ci perde e chi ci guadagna?
Secondo Federdistribuzione, l’associazione che raggruppa centri commerciali e ipermercati, la chiusura di negozi e centri commerciali nei giorni festivi produce un taglio di 400 milioni che vengono spesi ogni anno per pagare il lavoro straordinario di domenica.
E nel lungo termine questa proposta di legge, se dovesse essere attuata, comporterebbe la perdita di circa 40mila posti di lavoro.
Inoltre, secondo quanto dichiara Federdistribuzione, le domeniche sono i giorni della settimana in cui si spende di più nei supermercati e centri commerciali. Gli italiani che sfruttano le aperture festive per fare shopping sono infatti circa 12 milioni.
In un’intervista al Corriere della Sera il presidente di Federdistribuzione, Claudio Gradara, ha dichiarato che la la chiusura dei negozi la domenica “avrebbe un effetto negativo sui consumi, già fermi” e “i posti di lavoro a rischio, per l’intero settore, sarebbero tra i 30 e i 40 mila”.
“Sugli investimenti abbiamo già i primi segnali di grandi gruppi che, prima di andare avanti, vogliono capire come finirà questa storia. Avevamo già chiesto un incontro al ministro Luigi Di Maio ma finora non siamo riusciti a parlare con lui”.
Secondo i numeri della Cgia, la confederazione degli artigiani di Mestre, gli italiani che lavorano alla domenica sarebbero infatti ben 4,7 milioni.
I dipendenti del commercio sono circa 580mila lavoratori, oltre 200mila addetti dei trasporti, più di 680mila persone tra medici e infermieri e circa 330mila dipendenti pubblici, tra cui molti addetti delle forze dell’ordine.
Queste categorie continueranno a lavorare anche nelle festività.
Il presidente delle associazioni dei consumatori Codacons ha spiegato: “12 milioni di italiani fanno acquisti la domenica, e i giorni festivi rappresentano per loro l’unica occasione per dedicarsi allo shopping e alle compere. Privarli di tale possibilità attraverso misure che bloccano le aperture domenicali, equivale a dirottare gli acquisti dei consumatori verso l’e-commerce che, a differenza dei negozi tradizionali, non subisce alcun vincolo o limitazione”.
Il Codacons sostiene infatti che il settore delle vendite online sarà l’unico a guadagnarci dalle chiusure domenicali dei negozi, con un incremento del giro d’affari pari a più 2,7 miliardi di euro solo nel primo anno.
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