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    Domanda per il reddito di cittadinanza: quando e come farla? Tutte le istruzioni

    Di Giulia Angeletti
    Pubblicato il 14 Mag. 2019 alle 13:50 Aggiornato il 14 Mag. 2019 alle 13:53

    Reddito di cittadinanza domanda | Inps | Online | Stato domanda | Modulo

    REDDITO DI CITTADINANZA DOMANDA – A partire dal 6 marzo 2019 è possibile presentare domanda per il reddito di cittadinanza, il sussidio economico introdotto il 27 febbraio 2019 con il via libera del Senato al “decretone” contenente anche la riforma delle pensioni Quota 100.

    Reddito di cittadinanza domanda | Quando e come si presenta

    La domanda per ottenere il reddito di cittadinanza può essere inviata a partire dal giorno 6 di ogni mese al fine di ricevere il sussidio entro il termine del mese successivo: in realtà, quindi, non esiste una vera e propria scadenza, nel senso che il beneficio può essere richiesto tutti i mesi (e prima si trasmette la domanda prima, in sostanza, si ricevono i soldi).

    La domanda – che viene trasmessa all’Inps, l’Istituto nazionale di previdenza sociale, il quale si occupa di verificare il possesso da parte del richiedente dei requisiti necessari – può essere presentata online sul sito predisposto dal governo e completamente dedicato al nuovo beneficio oppure recandosi in un Caf, patronato o ufficio di Poste Italiane.

    Nel caso di presentazione online ricordiamo però che è necessario per il richiedente essere in possesso di credenziale Spid (qui come si ottengono).

    Qualsiasi sia la modalità scelta per l’invio della domanda, il richiedente deve necessariamente accompagnarla con una attestazione Isee in corso di validità che certifichi il proprio reddito.

    Le informazioni contenute nella domanda, una volta trasmessa, vengono comunicate all’Inps entro dieci giorni lavorativi dalla richiesta. L’istituto poi, entro i successivi cinque giorni, verifica il possesso dei requisiti sulla base delle informazioni disponibili nei propri archivi e in quelle delle amministrazioni collegate e, in caso di esito positivo, riconosce il beneficio che sarà erogato attraverso la RdC Card che, attualmente, viene emessa da Poste Italiane.

    Una volta ricevuto l’esito – tramite sms o mail – con l’accoglimento della domanda, infatti, il richiedente procederà con il ritiro della carta sulla quale è già caricato l’importo spettante del beneficio.

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    Ma quali sono i moduli da compilare per presentare la domanda per il reddito di cittadinanza? Sul sito dell’istituto previdenziale (o, in alternativa, su quello del governo) nella sezione Tutti i moduli sono disponibili tre moduli, identificati con la sigla SR180SR181 e SR182: ognuno di questi tre è scaricabile gratuitamente e ha una funzione differente:

    Reddito di cittadinanza domanda | La card di Poste Italiane

    Oltre all’acquisto di beni e servizi di base, la Card per spendere il reddito di cittadinanza consente di effettuare prelievi di contante entro un limite mensile non superiore a 100 euro per i nuclei familiari composti da un singolo individuo (incrementata in base al numero di componenti il nucleo per un massimo prelevabile di 210 euro) ed effettuare un bonifico mensile in favore del locatore indicato nel contratto di locazione o dell’intermediario che ha concesso il mutuo.

    È vietato l’utilizzo del beneficio per il gioco d’azzardo. Ai beneficiari della Carta sono estese le agevolazioni relative alle tariffe elettriche e quelle riguardanti la compensazione per la fornitura di gas naturale riconosciute alle famiglie economicamente svantaggiate.

    Il beneficio deve essere fruito entro il mese successivo a quello di erogazione. L’importo non speso o non prelevato viene sottratto nella mensilità successiva, nei limiti del 20 per cento del beneficio erogato. Fanno eccezione gli importi ricevuti a titolo di arretrati.

    È prevista inoltre la decurtazione dalla Carta degli importi complessivamente non spesi o non prelevati nei sei mesi precedenti, ad eccezione di una mensilità. Le modalità di monitoraggio e verifica della fruizione del beneficio e delle eventuali decurtazioni saranno definite con un decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze.

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