Crisi di governo, a rischio il decreto Scuola approvato “salvo intese”
L’ultima promessa dell’esecutivo giallo-verde, a rischio naufragio a causa della crisi di governo, è il decreto Scuola che si occupa delle assunzioni di 79mila persone, tutti docenti precari. Dall’ultimo Consiglio dei ministri, che si è tenuto lo scorso sei agosto, era uscito un testo da approvare “salvo intese”, che aveva visto dubbi da parte del Movimento 5 Stelle e che il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti aveva salutato come una “risposta forte al problema del precariato”.
I sindacati, per spingere alla sua approvazione, aveva minacciato lo sciopero sottolineando i pericoli di un anno scolastico in mano ai supplenti. L’allarme, poi, riguardava anche il reclutamento dei dirigenti scolastici.
Infatti, per l’Udir “soltanto un posto su due è stato assegnato ai neo-assunti nella regione di prima scelta”. E “tre grandi regioni, la Campania, la Sicilia e il Lazio, per indisponibilità di posti le prime due e per concorrenza esterna la terza, sono state costrette a sistemare fuori regione rispettivamente 230 vincitori la Campania, 163 la Sicilia e 186 il Lazio. Dove sono finiti i 230 neo-dirigenti scolastici campani”.
L’Anief lancia il problema cattedre scoperte per l’anno in arrivo: “ci sono alcune regioni dove i dirigenti scolastici o i presidi reggenti saranno costretti ad affidare miriadi di posti liberi a docenti non abilitati e persino senza esperienza. Soprattutto al Nord, dove la vacanza di posti è maggiore e quest’anno si è acuita per via dell’incremento di pensionamenti legato all’anticipo permesso da Quota 100, si prevede un massiccio ricorso agli aspiranti docenti individuati con la sola ‘messa a disposizione'”.
I sindacati spingono per la “responsabilità politica” ma allo stato attuale sia il concorso straordinario, che avrebbe aperto le porte a 24mila insegnanti che già hanno lavorato nella scuola alle graduatorie, sia i corsi universitari, che avrebbero abilitato altri 25mila professori (i Pas, Percorso di abilitazione speciale), sono destinati a subire almeno un rinvio.
Quanto alle assunzioni, sia dei professori sia dei neopresidi, il problema sarà cercare nelle graduatorie le figure adatte per ogni regione.