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    Le armi fanno sorridere gli Agnelli-Elkann: volano i conti di Iveco Defence

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 1 Ott. 2024 alle 14:17

    Stellantis vive una fase di grande difficoltà, ma a consolare parzialmente gli Agnelli-Elkann ci pensa il settore della difesa. Scorrendo la relazione semestrale 2024 della holding di famiglia Exor, si scopre che la controllata Iveco Defence ha registrato una performance da record nella prima parte dell’anno: +31% di fatturato e addirittura +92% alla voce utile operativo rettificato.

    La società – che produce veicoli militari come l’autoblindo Centauro – fa parte del Gruppo Iveco, che opera nel settore dei veicoli commerciali e che è controllato da Exor con una quota del 27%.

    Nei primi sei mesi del 2024 Iveco ha visto complessivamente calare i propri ricavi del 3% (da 7,4 a 7,2 miliardi di euro), ma l’utile operativo rettificato del gruppo – che misura l’utile industriale dopo gli ammortamenti ma prima di oneri finanziari e tasse – è cresciuto del 10% (da 422 a 465 milioni di euro). Il merito è principalmente delle ottime performance di mercato messe a segno dal ramo difesa.

    Iveco Defence ha mostrato un’elevatissima redditività, determinando un utile operativo rettificato pari a 50 milioni di euro a fronte di 498 milioni di ricavi: significa in altre parole che servono solo 10 euro di incasso per generare un euro di guadagno netto.

    Per dare un’idea, il ramo autobus del gruppo Iveco ha registrato 53 milioni di euro di risultato operativo rettificato, ma a fronte di un fatturato da un miliardo di euro: servono quindi circa 20 euro di ricavi per fare un euro di profitto.

    Le buone notizie provenienti da Iveco Defence compensano solo in parte quelle pessime che arrivano dagli affari di Stellantis. Ieri, lunedì 30 settembre, la multinazionale nata dalla fusione tra Fiat-Chrysler e Peugeot è stata costretta  a rivedere al ribasso le proprie stime per il 2024: il risultato operativo rettificato è ora atteso tra il 5,5 e il 7%, in calo rispetto al 10% previsto, mentre il free cash flow industriale è previsto tra -5 miliardi e -10 miliardi di euro rispetto al precedente “positive”.

    Decisivi per la frenata sono “i problemi di performance in Nord America” e il “deterioramento nelle dinamiche globali del settore” automotive. Ieri il titolo di Stellantis ha perso il 14,7% a Piazza Affari trascinando al ribasso al settore. Se fino allo scorso marzo la multinazionale valeva in Borsa circa 80 miliardi di euro, oggi la capitalizzazione risulta dimezzata a 40 miliardi.

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