Nel 2019 l’Italia è prima nell’Unione Europea per l’evasione Iva in valore nominale. Nell’anno in cui si registrano record sportivi, musicali e culinari arriva la notizia di un altro primo posto di cui il Paese avrebbe fatto volentieri a meno, se gli artefici non fossero stati i cittadini stessi.
Lo Stato ha registrato perdite pari a 30,1 miliardi di euro: “Le cifre di quest’anno corrispondono a una perdita superiore a 4mila euro al secondo” ha detto il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, commentando il rapporto della Commissione che riporta i dati: nell’Ue, in totale nel 2019, sono stati evasi 134 miliardi di euro di Iva. “Si tratta di perdite inaccettabili per i bilanci nazionali, e costringono i cittadini e le imprese a recuperare il disavanzo con altre imposte per finanziare servizi pubblici fondamentali. – ha detto Gentiloni – Dobbiamo compiere uno sforzo congiunto per reprimere le frodi in materia di Iva, un reato grave sottrae denaro dalle tasche dei consumatori, pregiudica il nostro sistema assistenziale e impoverisce le casse degli Stati”.
L’Italia, poi, si posiziona al quinto posto per il maggior divario tra gettito previsto e riscosso con il 21,3%. Davanti ci sono Romania (34,9%), Grecia (25,8%), Malta (23,5%) e Lituania (21,4%).
Rispetto al 2018, però, c’è stato un miglioramento: il divario tra gettito previsto e riscosso è passato da 35, 4 miliardi a 30,1. Non si conosce la portata della pandemia di Covid – 19 sulle entrate Iva per il 2020.
“Nonostante il trend positivo registrato negli ultimi anni, il divario dell’Iva rimane una delle principali preoccupazioni, soprattutto in considerazione delle immense esigenze di investimento che i nostri Stati membri dovranno affrontare nei prossimi anni”, ha detto Gentiloni.