Investimenti al Sud, il monito dell’Ue all’Italia: “Aumentarli, o stop ai fondi”
Se non verrà mantenuto un adeguato livello d’investimenti pubblici nel Mezzogiorno, l’Italia rischia un taglio dei fondi strutturali. È il monito della Commissione Ue, che nei giorni scorsi ha inviato una lettera al governo di Giuseppe Conte. Severe le parole del direttore generale per la Politica regionale della Commissione Ue, Marc Lemaitre: le cifre sugli investimenti al Sud sono “più che preoccupanti”, ha detto
Sugli investimenti, l’Unione europea ha una regola precisa e si basa sul principio dell’addizionalità. L'”accusa” dell’Ue è che l’Italia non starebbe rispettando i livelli pattuiti di partenariato. Per garantire un effettivo impatto economico, il principio di ‘addizionalità’ garantisce che i fondi strutturali non sostituiscano la spesa pubblica, ma che rappresentino un ‘valore aggiunto’.
L’impegno contenuto nell’accordo di partenariato siglato dall’Italia e da Bruxelles per il 2014-2016 era d’investire al Sud risorse pubbliche pari allo 0,47% del Pil del Mezzogiorno, mentre – indica la lettera della Commissione – i dati parlano dello 0,40 per cento. Pur sembrando minima, la differenza di 0,07 punti percentuali equivale a circa il 20 per cento in meno di risorse pubbliche spese sul territorio.
E la tendenza per gli anni successivi non fa ben sperare. Se si guarda al 2014-2017, il tasso d’investimenti scende allo 0,38 per cento. L’impegno italiano è invece quello di garantire un livello di spesa pubblica al Sud pari allo 0,43 per cento del Mezzogiorno per il 2014-2020.
La richiesta dell’Unione europea al governo Conte
La Commissione chiede quindi al governo quali misure intende intraprendere per invertire la tendenza e garantire un adeguato livello d’investimenti al Sud. Nel caso in cui non fossero rispettati gli impegni presi con Bruxelles, la Commissione potrebbe anche attuare una “rettifica finanziaria”, che significa un taglio dei fondi strutturali.
“Non conosco nessun altro Paese che ha una situazione così debole” per quanto riguarda gli investimenti pubblici, ha detto Lemaitre. “Gli sforzi europei fatti attraverso il bilancio comunitario sono stati neutralizzati dai tagli agli investimenti pubblici nel Mezzogiorno”, ha continuato il direttore generale. “Questo è legato anche alla capacità amministrativa, ma siamo certi che con un’attenzione adeguata dedicata a questo campo potrebbero esserci molti investimenti pubblici in più al Sud. E allora, forse, cominceremmo a fare la differenza”, ha concluso.
La risposta del ministro del Sud Provenzano
Non si è fatta attendere la risposta del ministro per il Sud, il dem Peppe Provenzano. “La lettera della Commissione – che al mio ministero non è mai arrivata (sarà in viaggio?) – esprime la mia stessa preoccupazione”, conferma.
“Ho ben presente il problema e già lanciato l’allarme: ho trovato il livello di investimenti pubblici al Sud più basso di sempre”, spiega. “Lavoriamo con urgenza per impedire il disimpegno di risorse” Ue nel 2019, ma il punto più dolente è il “buco nero” delle risorse nazionali “ereditato dal passato”.
“È la mia battaglia da anni e proveremo a dare risposte, non solo alla Commissione, ma in primo luogo ai cittadini meridionali, con il Piano per il Sud”, ha concluso Provenzano.
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