Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, ha invitato i governi a smettere di interferire negli accordi tra gli istituti di credito, lasciando alle competenti autorità di regolamentazione l’approvazione delle operazioni e agli azionisti la libertà di “determinare il loro futuro”.
L’a.d. della più grande banca italiana ha commentato così, in un’intervista al quotidiano britannico Financial Times, l’opposizione politica di Berlino e Roma alle acquisizioni da parte della concorrente UniCredit della tedesca Commerzbank e della milanese Banco Bpm.
“I governi non possono scegliere in base ai loro gusti” ma “dovrebbero intervenire solo nei casi in cui è in gioco la stabilità finanziaria”, ha spiegato Messina al Financial Times. Sono invece gli azionisti, ha aggiunto l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo “che investono nelle aziende” e “che determinano il loro futuro”.
Lo scorso mese UniCredit, la principale concorrente italiana di Intesa Sanpaolo, ha lanciato un’offerta da 10 miliardi di euro per acquisire Banco Bpm, mandando all’aria i piani di fusione dell’istituto con Monte dei Paschi di Siena al vaglio del governo Meloni, intenzionato a privatizzare la storica banca toscana. Un’offerta comunque respinta da Piazza Meda perché considerata inadeguata e rischiosa per la concorrenza nel mercato bancario del nostro Paese.
“Credo che un terzo grande attore emergerà in Italia in ogni caso, poiché il mercato lo cercherà”, ha spiegato al Ft l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo. “Consideriamo positivamente un maggiore consolidamento e una maggiore concorrenza nel settore bancario, poiché ciò è fondamentale per garantire solidi investimenti in sicurezza informatica e tecnologia, che contribuiscono alla forza dell’economia italiana”.
Messina sa bene di cosa parla. Alla guida dell’istituto dal 2013, in un decennio ha più che raddoppiato la capitalizzazione di mercato di Intesa Sanpaolo, che sotto la sua guida ha acquisito Ubi Banca nel 2020, dopo cinque lunghi mesi di trattative. “La nostra acquisizione di Ubi Banca è avvenuta (…) rispettando le posizioni di varie autorità e ricevendo la piena approvazione del mercato”, ha ribadito Messina al quotidiano britannico.
Il discorso però non vale solo a livello nazionale ma anche europeo. In settimana infatti UniCredit ha aumentato fino al 28 per cento la propria partecipazione in Commerzbank, appena al di sotto della soglia del 30 per cento che la costringerebbe a un’offerta pubblica di acquisto, una mossa a cui il governo uscente del cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz ha risposto con l’invito, rivolto alla banca italiana, a vendere le proprie quote nell’istituto tedesco.
“È chiaro che oggi siamo in una fase in cui il consenso politico si basa sulla difesa dei confini nazionali in determinati settori, ma UniCredit possiede già una grande banca tedesca (HVB, ndr)”, ha ricordato al Financial Times Messina, il cui ultimo mandato triennale è in scadenza ad aprile e che ha puntato buona parte della sua strategia sull’aggiornamento tecnologico della sua banca, annunciando di recente oltre 30 milioni di euro di investimenti in un nuovo sistema di controllo interno.