Sono giorni di fuoco per chi si aspettava i famosi 780 euro del reddito di cittadinanza, o una cifra che almeno si avvicinasse a quell’importo.
Invece gli sms e le mail che dal 16 aprile 2019 comunicano l’esito della domanda del sussidio stanno deludendo tantissimi richiedenti. Sembra infatti che, per tanti, gli assegni saranno molto più bassi del previsto. E la rabbia dei cittadini non si è fatta attendere.
Tantissimi utenti si sono riversati sui social per esprimere tutto il loro fastidio. Chi su alcuni gruppi privati, chi su una delle pagine ufficiali dell’Inps, che eroga il reddito di cittadinanza.
Un fiume di lamentele, critiche, attacchi molto forti, che hanno scatenato alla fine anche la reazione del social media della pagina Facebook Inps per la famiglia, letteralmente bersagliata.
Così, dopo centinaia di risposte “di servizio”, a un certo punto ad ogni commento negativo da parte degli utenti hanno iniziato ad arrivare risposte altrettanto piccate da parte del profilo ufficiale Inps.
Al punto che, sul web, si è iniziato a pensare che quella pagina non fosse realmente gestita dall’Istituto di previdenza. A TPI, tuttavia, l’Inps ha confermato che Inps per la famiglia è una pagina ufficiale.
“Domanda respinta perché Isee sopra la soglia, ma non è vero. È tutta una presa in giro”, ha scritto un utente. Pronta la risposta della pagina, che dopo aver avvertito che il commento verrà cancellato “perché politico e offensivo”, ha aggiunto: “Comunque è a chi ha fatto questa legge che deve rivolgersi, non a Inps che la applica”.
Ma non è finita qui. Sono molti altri i commenti arrabbiati degli utenti, a cui il social media manager di Inps per la famiglia ha tenuto testa. “Chiedete ai rappresentanti politici che fanno le leggi, non a Inps che è chiamata ad applicarle. Vada sui loro profili social”, la risposta a chi chiedeva un consiglio su cosa fare per far valere le proprie ragioni.
E quando qualcuno ha continuato a commentare, quasi intasando la pagina, chi gestisce il profilo Inps ha faticato a nascondere tutto il proprio fastidio: “Perché invece di ripetere le stesse cose non va sul sito Inps e richiede il PIN che ci vogliono 5 minuti?”.
È contro lo stesso utente che, però, la pagina arriva alla fine al limite della pazienza. Sfociando negli insulti. “Secondo lei perché le dicevamo di richiedere PIN e SPID? Perché ci piace perdere tempo?”. E ancora: “Se usa Facebook e si fa i selfie con le orecchie da coniglio allora sa anche richiedere un PIN”.