Inflazione da record a maggio: prezzi +6,9%, ai massimi dal 1986
Un’inflazione mai vista da 36 anni. È dal 1986 che in Italia la crescita dei prezzi non arrivava al 6,9 percento, il dato rilevato per il mese di maggio dall’Istat. Allora l’inflazione era in discesa dai massimi raggiunti nel 1980, quando era stata superata la soglia del 20 percento.
Oggi invece i prezzi sembrano essere in accelerazione, dopo l’inflazione addirittura negativa registrata nelle prime fasi della pandemia. Secondo le stime preliminari dell’Istat, a maggio l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), ha registrato un aumento dello 0,9 percento su base mensile, rispetto al 6,9 percento su base annua. Ad aprile, la crescita dei prezzi su base annua era stata invece pari al 6 percento. A far correre i prezzi sono soprattutto i rincari per i beni energetici (con una crescita del 42,2% rispetto al +39,5% di aprile) e di quelli alimentari (+7,1% rispetto al +6,1% ad aprile). Prezzi in accelerazione anche per i servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (dove la crescita è passata dal 2,4% di aprile al 4,4%) e per i trasporti (da +5,1% a +6%). Escludendo i prezzi dei prodotti energetici e degli alimentari freschi, la cosiddetta “inflazione di fondo” è passata dal 2,4 percento di aprile al 3,3 percento di maggio.
Ancora più alta l’inflazione a livello europeo, dove la crescita del livello dei prezzi a maggio è stata dell’8,1 percento, rispetto al 7,4 percento di aprile, superando nettamente le aspettative degli analisti, che prevedevano un’inflazione del 7,7 percento. Il dato, ancora una volta il più alto da quando è stato l’euro è stato introdotto, è ormai quattro volte l’obiettivo ufficiale del 2 percento adottato dalla Banca centrale europea per il medio termine.