L’avanzamento delle nuove tecnologie sta trasformando il sistema industriale in modo profondo a una velocità senza precedenti.
L’impatto dei progressi in ambito digitale investe principalmente il settore delle imprese dove sta avvenendo la cosiddetta “Quarta rivoluzione industriale” anche nota come “Industria 4.0”.
Negli ultimi anni le strutture delle aziende e le attività operative stanno cambiando per abbracciare questa rivoluzione in cui l’intelligenza artificiale delle unità robotiche coopera e collabora con le persone rendendole sempre più interconnesse tra loro.
Ma a che punto siamo in Italia dal punto di vista di avanzamento di nuove tecnologie nelle grandi aziende?
Le statistiche ci dicono che il nostro Paese, sebbene non sia in una fase di ripresa economica particolarmente marcata rispetto ad altri Paesi europei, è comunque all’avanguardia sotto il profilo delle nuove tecnologie. Questo scenario posiziona l’Italia in un quadro incoraggiante per lo sviluppo di industria 4.0.
Uno tra i primi stabilimenti della rivoluzione dell’industria 4.0 in Italia è stato quello di Philip Morris a Crespellano (Bologna), polo industriale di eccellenza mondiale per la produzione di dispositivi di ultima generazione.
In questo complesso altamente tecnologico l’uomo è messo al centro di una nuova rivoluzione industriale ed è considerato motore creativo e gestore del processo produttivo.
Trasformazione digitale, progresso, valorizzazione dell’individuo e sono il paradigma dell’industria 4.0 di Philip Morris e della sua trasformazione.
La radicale trasformazione che l’azienda sta vivendo non riguarda solo l’introduzione di prodotti di ultima tecnologia sul mercato: si tratta infatti di cambiare radicalmente il modo in cui l’azienda opera vivendo la trasformazione e l’innovazione a tutti i livelli e in tutti i campi d’azione.
Secondo Simona Robotti, People and Culture Director del polo bolognese di Philip Morris, “il fatto che questa azienda voglia creare un ambiente inclusivo che faccia leva sulle diversità mira al progresso: le diversità, non soltanto di genere, ma anche di pensiero, di valori, di esperienze, portano alla definizione e alla concretizzazione di un’azienda altamente innovativa”.
I dipendenti si inseriscono in un contesto che consente un miglioramento della qualità del lavoro e dei processi produttivi. Come ci spiega Emanuele Masciarri, Manager Engineering RRP & FM, “nella nostra fabbrica 4.0 di Bologna l’interconnessione tra le macchine e le persone è volta tanto a garantire un livello di qualità altissimo, quanto a garantire un carico molto più leggero ai dipendenti”, agevolando tra le altre cose l’inserimento delle donne al pari degli uomini, “lavoriamo per dare alle persone delle skill tecniche elevate che gli permettano di governare le macchine, e non viceversa”.
L’industria 4.0 di Philip Morris Italia a Crespellano infatti non è un esempio virtuoso solo nell’utilizzo delle nuove tecnologie ma anche per l’abbattimento del Gender Gap, la disparità di genere.
È di pochi giorni fa il dato dell’Eurostat secondo cui in Italia nel 2018 ha lavorato solo il 56 per cento delle donne. È il risultato peggiore nell’Ue, in cui la media è del 68 per cento. Il divario salariale tra uomini e donne è ancora più allarmante: quasi il 20 per cento.
Eppure, proprio in una fabbrica che nell’immaginario collettivo è il luogo più lontano dal lavoro femminile, l’abbattimento delle differenze di genere viene percepito come motore per l’innovazione.
Il polo innovativo di Crespellano ha infatti ottenuto la certificazione “Equal Salary”, sia a livello internazionale che per le sue affiliate a Roma e nel polo industriale di Crespellano, certificazione che attesta la parità salariale tra uomini e donne.
La rivoluzione dell’industria 4.0 e l’abbattimento delle differenze di genere messe in atto da grandi aziende che operano sul territorio sono spinte essenziali per un paese come l’Italia che ha bisogno di realtà come queste. Realtà innovative che portino avanti un modello nostrano virtuoso in tutto il mondo. Esempi vincenti che incoraggiano i giovani a restare in Italia a lavorare e a investire le proprie capacità e talento. Abbattendo quindi anche la fuga di cervelli. Ma non solo. Aziende che siano esempio per il superamento delle disparità tra uomo e donna che esistono ancora oggi in ambito professionale.