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    I numeri (impressionati) dell’impatto catastrofico che il Covid ha avuto sul traffico aereo

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 13 Ott. 2020 alle 13:55

    La pandemia Covid-19 ha avuto un impatto drammatico e catastrofico sul traffico aereo, basti pensare che sono 100mila i posti di lavoro tagliati dalle compagnie aeree finora. A testimoniarlo inoltre sono i numeri contenuti nel World Airport Traffic Report (Watr) di Aci World. Il Watr di Aci include i dati di 2.565 aeroporti in oltre 180 paesi in tutto il mondo e il rapporto di quest’anno – sottolinea l’associazione – contiene i dati più completi mai raccolti.

    Nel 2019 il numero di passeggeri del trasporto aereo nel mondo ha superato i 9,1 miliardi, con un aumento del 3,5% rispetto al 2018, a dimostrazione di un’industria aeronautica sana prima dell’impatto catastrofico dell’attuale pandemia. L’anno scorso ha segnato la fine di un decennio di crescita costante del traffico passeggeri globale prima che la crisi Covid-19 in corso portasse gli aeroporti di tutto il mondo a un punto morto virtuale, con conseguenti perdite di traffico e di entrate in tutte le regioni. Per la prima metà del 2020, il numero di passeggeri è diminuito del 58,4% rispetto allo stesso periodo del 2019, con il traffico passeggeri internazionale colpito più duramente, registrando un calo del 64,5%. I movimenti complessivi degli aeromobili sono diminuiti del 41,6% mentre i volumi totali di merci movimentati dagli aeroporti sono diminuiti del 12,4%, nello stesso periodo.

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    Mentre nel 2019 Atlanta (110.531.300 passeggeri) e Pechino (100.011.438 passeggeri) mantengono i primi due posti come aeroporti più trafficati del mondo, e Los Angeles (88.068.013 passeggeri) è salito di un posto in terza posizione, i dati del primo semestre 2020 mostrano che questi aeroporti hanno subito cali, rispettivamente, del 56,6%, 73,6% e 58,9%, che rappresenta il calo più netto nella storia del settore.

    Ma veniamo all’Europa: la Swiss viaggia al 15% della sua capacità, British Airways al 22%, Iberia al 25%, Alitalia al 41% con 1,3 miliardi di euro di i mancati incassi, nel primo semestre, solo degli aeroporti italiani. In Italia il calo dei passeggeri rispetto all’anno scorso è stato del 66%, e il 63% è la percentuale di aerei che rispetto all’anno scorso non sono partiti dagli scali italiani in settembre. Ad aprile di quest’anno ben il 99% degli aerei non è partito da scali italiani. Per Alitalia continua il trend negativo: sono 7mila i dipendenti finora messi in cassa integrazione, con 2,37 milioni di perdite giornaliere e 423 milioni le perdite di Alitalia nel primo semestre 2020. Tre miliardi di euro è la somma dei contribuenti impegnata dal governo per salvare Alitalia.

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