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    L’allarme dell’Fmi: “Col Covid bruciati 22mila miliardi di dollari, 90 milioni di persone verso la povertà estrema”

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 26 Gen. 2021 alle 15:46

    Le perdite complessive per la produzione mondiale a causa del Coronavirus, rispetto alle previsioni pre-pandemia, ammontano a 22.000 miliardi di dollari nel periodo 2020-2025. Lo afferma il capo economista del Fmi, Gita Gopinath, sottolineando che la contrazione economica mondiale del 2020 seppur inferiore alle attese (-3,5% invece del -4,4% previsto in precedenza) resta la peggiore dalla Grande Recessione. “150 paesi nel 2021 avranno redditi pro capite inferiori ai livelli del 2019”, aggiunge Gopinath, stimando che nel 2020-2021 circa 90 milioni di persone scivoleranno nella povertà estrema.

    “150 paesi nel 2021 avranno redditi pro capite inferiori ai livelli del 2019”, aggiunge Gopinath, stimando che nel 2020-2021 circa 90 milioni di persone scivoleranno nella povertà estrema. Il Fondo lancia quindi un appello per le vaccinazioni. “È necessario agire rapidamente per un ampio accesso ai vaccini e medicinali” contro il Covid per “correggere le profonde disuguaglianze che esistono al momento”, afferma ancora Gopinath, sottolineando come le nuove varianti del virus “ricordano come la pandemia non è finita fino a quando non è finita ovunque”. Il Fondo stima che la fine della crisi sanitaria aumenterà i redditi globali di 9.000 miliardi con benefici per tutti i paesi, inclusi 4.000 miliardi per le economia avanzate.

    La povertà in Italia

    Per quanto riguarda l’economia italiana, il Fondo monetario ha tagliato le stime di crescita per quest’anno al 3%, 2,2 punti in meno di quanto stimato in autunno. Riviste invece al rialzo le previsioni per il 2020, da -10,6% a -9,2%.

    A fine dicembre l’ISS ha pubblicato i primi risultati della rilevazione PASSI (18-69 anni) e PASSI d’Argento (over 65 anni) in relazione alla pandemia COVID-19, condotto su un campione di 2700 persone. Nel complesso un adulto su tre (il 32%) ha visto peggiorare le proprie disponibilità economiche, ma non è stato lo stesso per tutti: fra i più abbienti ha perso qualche cosa solo un italiano su cinque, mentre fra chi aveva già difficoltà economiche oltre la metà (il 53%) si è trovato ancora più a terra. Questo dato è rilevante perché la domanda sulle difficoltà economiche fa riferimento al momento dell’intervista (quindi a pandemia in corso) non è detto che le persone che oggi dichiarano di avere qualche o molte difficoltà fossero in questa stessa condizione prima della pandemia.

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