Entro il 2024 Catania diventerà la capitale europea dell’energia solare. Già oggi la città sulla costa orientale della Sicilia è il principale centro italiano per la produzione di pannelli fotovoltaici, ma nel giro di un anno e mezzo lo sarà anche a livello continentale. La fabbrica di 3Sun, società della galassia Enel Green Power, attiva dal 2011, è destinata infatti ad ampliarsi fino ad aumentare di quindici volte la propria capacità produttiva: dagli attuali 200 megawatt all’anno salirà a 3 gigawatt.
Per avere un’idea della portata dell’incremento, basti ricordare che, tra gli obiettivi per la decarbonizzazione che l’Italia ha assunto in sede europea, c’è l’installazione entro il 2030 sul territorio nazionale di circa 8 gigawatt all’anno di energia da fonti rinnovabili. Ciò significa che i moduli solari “made in Catania” potrebbero soddisfare da soli circa un terzo del fabbisogno nazionale.
La Gigafactory di 3Sun consentirà di generare 5,5 terawatt di energia elettrica annui, scongiurando, nell’arco di un decennio, l’emissione di 25 milioni di tonnellate di anidride carbonica. E permettendo, ogni anno, di fare a meno di quasi 1,2 miliardi di metri cubi di gas naturale, un combustibile fossile che, oltre a inquinare, nella maggioranza dei casi viene acquistato dall’estero (a prezzi elevati).
Ma soprattutto i pannelli fotovoltaici prodotti alle pendici dell’Etna – che, come vedremo, sono di ultima generazione – dovrebbero contribuire alla fioritura di una filiera nazionale ed europea dell’energia “green”.
Sovranità energetica
È noto a tutti come oggi la componentistica al servizio delle rinnovabili arrivi in misura preponderante dai mercati asiatici. Tutti gli addetti ai lavori europei – politici ed economici – concordano quindi sulla necessità di sviluppare urgentemente, anche nel Vecchio Continente, un’industria del settore che sia il più possibile indipendente dalle forniture estere. Non solo per rafforzare il nostro tessuto economico, ma anche per evitare di essere esposti a eventuali crisi sul fronte della logistica o a tensioni di natura geopolitica, come ci hanno insegnato le recenti difficoltà seguite alla pandemia di Covid-19 e alla guerra in Ucraina.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo ultimo discorso sullo stato dell’Unione, lo scorso settembre, ha citato proprio l’ampliamento della fabbrica di Catania come esempio concreto di questa «necessaria trasformazione». E a febbraio la numero uno della Direzione Energia della Commissione europea, Ditte Juul Jørgensen, ha visitato il cantiere dei lavori sottolineando che la Sicilia diventerà così «un leader europeo nella produzione di energia solare ad alto valore aggiunto tecnologico, aprendo un corridoio internazionale per l’energia pulita da cui non solo l’Italia, ma tutta l’Unione europea può beneficiare».
Impatto economico
L’ampliamento della fabbrica è frutto di un accordo di finanziamento agevolato a fondo perduto firmato ad aprile 2022 da Enel Green Power e Commissione europea: l’obiettivo è, appunto, fare di questo sito produttivo il catalizzatore per il rilancio di una catena del valore del fotovoltaico in Europa. Il nome del progetto è “Tango”, che sta per “iTaliAN pv GigafactOry”.
L’investimento ammonta complessivamente a 600 milioni di euro, di cui 118 provenienti dal Fondo europeo per l’Innovazione e una settantina dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza.
E ci sono ovviamente anche importanti risvolti occupazionali. Alla fine del 2024 nella Gigafactory lavoreranno 900 addetti, a fronte dei 200 odierni. Il piano di assunzioni prevede l’inserimento in organico di 150 laureati e di 550 diplomati che andranno a ricoprire posizioni tecnico- operative (produzione, manutenzione, qualità di prodotto ed esercizio degli impianti). Tenendo conto anche dell’indotto, si stima che verranno a crearsi in totale un migliaio di posti di lavoro.
All’avanguardia
Quello di Catania è uno dei centri europei più all’avanguardia nel campo dei pannelli fotovoltaici. Già dal 2019 nella fabbrica di 3Sun viene utilizzata una tecnologia, denominata “Hjt” o “a eterogiunzione bifacciale”, grazie alla quale i moduli sono in grado di catturare l’energia del sole sia sulla superficie anteriore che su quella posteriore e sono anche più longevi, passando dai 25 agli oltre 35 anni di vita. Ma con la nuova Gigafactory si prepara un ulteriore balzo.
Il mese scorso la società di Enel Green Power ha presentato alla fiera Intersolar Europe di Monaco di Baviera tre nuovi pannelli che saranno prodotti in Sicilia a partire dal 2024 e che si basano sulla tecnologia “Core-H”, sviluppata proprio da 3Sun: un metodo che abbina al silicio cristallino strati di silicio amorfo per massimizzare la capacità di estrarre energia dalla luce incidente e rendere i moduli solari più efficienti e resistenti.
I tre nuovi pannelli sono pensati ognuno per una propria diversa funzione: l’M40 è dedicato ai tetti di edifici residenziali, commerciali o industriali e progettato per minimizzare i costi di installazione; l’M40 Bold, prodotto premium di fascia alta sempre per edifici, mira a soddisfare al massimo esigenze pratiche ed estetiche; il B60 è un pannello bifacciale particolarmente adatto a impianti di grandi dimensioni installati principalmente a terra o su strutture in grado di seguire il sole nell’arco della giornata per massimizzare la produzione.
Non solo: è oggi in fase di sviluppo – e dovrebbe arrivare sul mercato alla fine del 2025 – la nuova tecnologia “Tandem”, una struttura in grado di ampliare la parte dello spettro solare che può essere convertita in elettricità, fino a migliorare l’efficienza delle celle del 30%.
Made in Italy
Tutti i pannelli che escono dalla Gigafactory sono prodotti interamente in Italia senza impiegare piombo né fluoro. L’azienda del gruppo Enel inoltre collabora con centri di ricerca, start-up e altre realtà del settore, non solo per andare alla ricerca di tecnologie sempre più efficienti, ma anche per massimizzare la circolarità del processo produttivo nel sito siciliano, attraverso il riciclo dei materiali utilizzati e dei moduli arrivati a fine vita e puntando su procedure automatizzate – o basate sull’intelligenza artificiale – per minimizzare gli scarti. A Catania, insomma, la filiera europea del fotovoltaico è già una realtà.