I tagli al personale di Twitter dal giorno dell’insediamento di Elon Musk hanno portato il numero di dipendenti da 8mila a 1.500: un’operazione che l’amministratore delegato di Tesla e SpaceX ha definito, in un’intervista alla Bbc, “dolorosa”, che “non mi ha divertito per niente”. Con il rientro di gran parte degli inserzionisti – tra i quali Volkswagen e General Motors – l’azienda che gestisce il social network sarebbe anche “quasi in pareggio”.
L’ondata di licenziamenti ha colpito in particolare molti ingegneri, indebolendo la piattaforma dal punto di vista tecnologico: a gennaio il social si è bloccato quattro volte, rispetto alle nove di tutto il 2022. Un gruppo di dipendenti ed ex lacvoratori ha detto al New York Times che la piattaforma è “sempre meno stabile”. Secondo l’editorialista del Financial Times, Jemima Kelly, stiamo assistendo a una “morte lenta e noiosa”: criticata anche la scelta di Musk di ridurre la dipendenza dalla pubblicità proponendo un’offerta su abbonamento, Twitter Blue.
La pubblicità è la principale fonte di reddito per Twitter, rappresentando oltre il 90% dei suoi 5,1 miliardi di dollari di entrate nel 2021, ma alcuni clienti tra cui Audi e Pfizer si erano ritirati dopo l’acquisizione da 44 miliardi di dollari del Ceo di Tesla, preoccupati per un aumento dei messaggi di odio sulla piattaforma.