Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Economia
  • Home » Economia

    Disoccupazione in Italia, i dati Istat del secondo trimestre 2019: tasso in calo a 9,9 per cento

    Credit: ALBERTO PIZZOLI / AFP

    È il livello più basso dalla fine del 2011: tra marzo e giugno +130mila occupati

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 12 Set. 2019 alle 11:28 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 17:26

    Disoccupazione in Italia, i dati Istat del secondo trimestre 2019

    La disoccupazione in Italia è in calo: lo dicono i dati Istat sul mercato relativi al lavoro nel secondo trimestre del 2019. Al 30 giugno scorso, il tasso di disoccupazione nazionale risulta sceso al 9,9 per cento, il livello più basso dalla fine del 2011, quando era al 9,2 per cento.

    In Italia la stima dei disoccupati registra un calo a 2 milioni e 545mila persone. Al contrario, gli occupati sono in aumento: in valore assoluto se ne contano 23 milioni 390 mila, vale a dire 130mila in più rispetto al primo trimestre del 2019 e 78mila in più rispetto all’inizio dell’anno.

    Stando ai dati Istat, nel secondo trimestre è cresciuto in particolare il numero dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato (+97mila), mentre la tendenza è stata più moderata per i dipendenti a termine (+16 mila) e per i cosiddetti “indipendenti “(+17 mila).

    Il tasso di occupazione risulta in leggero incremento al 59,1 per cento, mentre il tasso di inattività rimane stabile al 34,3 per cento.

    Tra marzo e giugno, dunque, scrive l’Istituto di statistica nazionale, “si registra un aumento dell’occupazione rispetto al trimestre precedente (+0,6 per cento), in un contesto di calo della disoccupazione e dell’inattività”. Queste dinamiche del mercato del lavoro “si inseriscono in una fase di sostanziale ristagno dell’attività economica confermata, nell’ultimo trimestre, da una variazione congiunturale nulla del Pil”.

    Dal rapporto dell’Istat emerge anche che il mercato del lavoro in Italia non funziona ancora in modo efficiente. Nella ricerca di un impiego, seppure in lieve diminuzione, “continua a prevalere l’uso del canale informale”: rivolgersi a parenti, amici e conoscenti rimane la pratica più diffusa (82,7 per cento), seguita dall’invio di curriculum (65,4 per cento) e dalla ricerca tramite Internet (55,6 per cento).

    E i centri per l’impiego che avrebbero dovuto essere rilanciati nell’ambito del reddito di cittadinanza? La quota di disoccupati che ha contattato il Centro pubblico per l’impiego è in leggero aumento (22,3 per cento, +1,1 punti), così come quella di coloro che si sono rivolti alle agenzie di somministrazione (12,2 per cento, 1,6 punti).

    Quanto al costo del lavoro, il cosiddetto cuneo fiscale che il nuovo governo M5S-Pd ha annunciato di voler tagliare, nel secondo trimestre del 2019 il dato risulta in crescita dello 0,1 per cento rispetto al trimestre precedente e del 2,4 per cento rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Questo, da un lato, perché le retribuzioni sono aumentate (in media dello 0,1 per cento su base congiunturale e dell’1,6 per cento su base annua) e, dall’altra, a causa  degli oneri sociali, che crescono di più (+0,3 per cento su base congiunturale e +4,5 per cento su base annua).

    Il dato precedente: maggio, la disoccupazione scende al valore più basso dal 2012
    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version