Approvato il Decreto Semplificazioni 2020: cosa prevede, le novità
Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto Semplificazioni 2020 “salvo intese”: il testo è stato votato nel corso di una riunione lunga più di quattro ore in Consiglio dei ministri iniziata ieri alle 22. E’ stata varata una lista di opere prioritarie, ferroviarie e stradali, che potranno essere commissariate con appositi dpcm da qui a fine anno ed è stato raggiunto l’accordo sull’abuso d’ufficio e sui cantieri da commissariare
La tripartizione degli appalti
Si tratta di un grande cambio di marcia per le opere pubbliche: la proposta del governo è aprire a delle deroghe fino al 31 dicembre 2021 che consentirebbero di procedere senza gara ma con l’affidamento diretto per le opere fino a 150mila euro e con la trattativa diretta con almeno 5 operatori per quelle di importo superiore. La gara vera e propria rimarrebbe invece solo per le opere sopra i 5 milioni.
Il rischio delle infiltrazioni mafiose
Le nuove regole, che puntano a velocizzare la realizzazione di cantieri e opere, aprono tuttavia a maggiori possibilità di infiltrazioni criminali e mafiose negli appalti. Come TPI aveva già scritto in questo approfondimento, il rischio concreto è che con queste deroghe diminuiscano i controlli sulle modalità con cui vengono spesi i fondi pubblici, con il conseguente pericolo di agevolare le infiltrazioni della mafia negli appalti pubblici, un settore storicamente oggetto di questo tipo di attività criminali.
Sulla riforma dell’abuso d’ufficio sarà necessaria una riformulazione tecnica del testo, rispetto al quale però, nel corso del CdM, la ministra e capodelegazione di Iv, Teresa Bellanova, ha “confermato le riserve già espresse”. L’accordo raggiunto però, riferiscono fonti di governo, avrebbe fatto salvo l’obiettivo della riforma di circoscrivere i margini di responsabilità per abuso d’ufficio elencando ipotesi e violazioni che fanno scattare il penale, riducendo dunque la rilevanza della ‘discrezionalità’ di pubblici ufficiali e incaricati di un pubblico servizio. Così da superare quella che il premier Giuseppe Conte ha definito la ‘paura della firma’ e che frena il lavoro dei dirigenti pubblici. Il danno erariale – altro tassello della riforma – scatta solo se c’è dolo.
In partenza 130 grandi opere
“Sono 130 le opere, gli interventi e i programmi inseriti in “Italia veloce”, il piano di investimenti per il rilancio dell’economia messo a punto dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che affianca il dl semplificazioni”, ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi per presentare il Dl semplificazioni che ha appena ricevuto il via libera (qui l’elenco delle opere).
Si va dai porti alle direttrici ferroviarie (come il nodo di Genova, il Terzo Valico di Giovi, la Pontremolese e la Palermo-Catania-Messina) fino agli aeroporti, alle città metropolitane e alle strade e autostrade (come la Pedemontana lombarda, il potenziamento a 4 corsie della Salaria, la Salerno-Potenza-Bari). Tra le opere strategiche ci sono “la Salerno-Reggio Calabria, la Palermo-Catania-Messina, la Pescara-Roma, la Pescara-Bari, la Venezia-Trieste, la Gronda, la Ionica, l’ampliamento della Salaria, la Pontina”, ha spiegato il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi.
La logica del premier è accelerare: “Alziamo il limite di velocità, l’Italia deve correre ma alziamo anche gli autovelox: non vogliamo offrire spazio a appetiti criminali che alterano la concorrenza e fanno guadagni indebiti”.
“Salvo intese”
Secondo fonti di Palazzo Chigi, il “salvo intese” – ovvero la formula adottata quando manca un testo definitivo degli articolati, che potranno essere così riveduti e corretti prima della pubblicazione in Gazzetta ufficiale – si è reso necessario per questioni tecniche, perché l’accordo politico sui punti più controversi sarebbe stato stretto.
Non è stata infatti una passeggiata varare il testo, visto che su moltissimi temi non c’era un accordo in seno alla maggioranza. Alla fine, però, M5S e Pd sono riusciti a trovare la quadra. Il premier Giuseppe Conte ottiene così il via libera a quella che considera “la madre di tutte le riforme” e che nei prossimi giorni illustrerà ai partner europei nei contatti in vista del Consiglio Ue sul Recovery fund. Ma la discussione promette già di riaprirsi in Parlamento.
Cosa altro c’è nel decreto Semplificazioni
Il nuovo decreto Semplificazioni riporta un provvedimento abbastanza snello, composto da quattro titoli: Semplificazioni in materia di contratti pubblici ed edilizia; Semplificazioni procedimentali e responsabilità; Misure di semplificazione per il sostegno e la diffusione dell’amministrazione digitale; Semplificazioni in materia di attività di impresa, ambiente e green economy.
Nel testo -48 articoli in 100 pagine- trova spazio poi la digitalizzazione della Pa, con servizi e pagamenti che potranno essere gestiti da un App e la carta d’identità digitale che assume un ruolo sempre più centrale per accedere ai servizi della Pubblica amministrazione. Procedure speciali, e più veloci, poi, per la valutazione di impatto ambientale e per le autorizzazioni da parte degli enti locali: passa anche da qui la strada per la semplificazione del Paese.
Via il condono edilizio
La sanatoria degli abusi edilizi (articolo 10 della bozza) è stata fin da subito una delle disposizioni più discusse del dl Semplificazioni. Qui si prevede per gli abusi “meno gravi” la sola sanzione amministrativa, senza ordine di demolizione. Il Ministro all’Ambiente Sergio Costa si è dichiarato assolutamente contrario, come gli alleati di Governo del PD. Pressioni che hanno avuto il loro esito: il premier Conte alla fine ha deciso di cancellare in via definitiva la misura.
Potenziamento dello smart working
Altro aspetto importante del decreto Semplificazioni è l’obbligo per le Pubbliche amministrazioni di sviluppare sistemi idonei a garantire ai dipendenti l’esercizio del lavoro a casa in sicurezza ed efficienza. A tal fine il Governo vuole instaurare misure di semplificazione e coordinamento dell’attività potenziando il Dipartimento della trasformazione digitale (Agid). Di pari passo al potenziamento dello smart working si vuole introdurre un Codice di condotta tecnologica con regole omogenee valide per tutte le ramificazioni della Pubblica amministrazione.
1. Decreto Semplificazioni: con gli appalti senza gara pericolo infiltrazioni criminali / 2. Dl Semplificazioni, la denuncia dei Verdi: “Nella norma inserito un condono edilizio”. La reazione del ministro Costa: “Se c’è, non dirò mai sì” / 3. I tormenti di Zingaretti: settembre spaventa il segretario del Pd / 4. Altro che Semplificazioni, il decreto contro la burocrazia rallenta (ancora) il governo / 5. Mes o non Mes, in ogni caso mancano i numeri per approvarlo