Dopo giorni di polemiche e discussioni, soprattutto in relazione ai rimborsi per i truffati delle banche – alla fine esclusi dal testo – il decreto Crescita è stato approvato dal Consiglio dei ministri.
Decisiva la seduta del pomeriggio di giovedì 4 aprile 2019, durante il quale i membri dell’esecutivo hanno discusso la bozza finale del provvedimento.
Il testo è stato approvato con la formula “salvo intese”. Non si è trovato alla fine, come previsto, l’accordo sui rimborsi ai risparmiatori truffati dalle banche: nel decreto Crescita, quindi, non sono entrate le norme volute dal ministro dell’Economia Giovanni Tria. Il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha dichiarato che prima di prendere una decisione convocherà le associazioni.
Il decreto Crescita ha l’obiettivo di rilanciare gli investimenti in Italia, in un periodo in cui il nostro paese è finito sotto i riflettori per una crescita che stenta a decollare, nonostante le stime ottimistiche dell’esecutivo giallo-verde dei mesi scorsi.
Per questo motivo, il governo giallo-verde ha voluto introdurre nuove misure, che spaziano dalla rottamazione delle cartelle fiscali ai contributi per la casa, dagli sgravi fiscali per le imprese alla possibilità per gli enti locali di introdurre una sanatoria sulle multe e le tasse arretrate emesse tra 2000 e 2017, dalle quali vengono esclusi gli interessi.
Cosa prevede il testo del decreto Crescita
Non fanno parte del provvedimento invece, come già anticipato, le norme per rendere operativo il Fondo di indennizzo dei risparmiatori (Fir) truffati dalle banche. Sull’argomento, il ministro Tria predica cautela: l’obiettivo è evitare di incappare in sanzioni dell’Unione europea e tutelare i funzionari delle banche, che potrebbero essere chiamati in causa dalla Corte dei Conti.
“Confido che approveremo il decreto Crescita già questo pomeriggio in Consiglio dei ministri”, aveva dichiarato stamattina il premier Giuseppe Conte durante la seconda edizione del Sustainable Economy Forum presso la comunità di San Patrignano, nel Riminese.
L’approvazione è arrivata al termine di una settimana molto impegnativa soprattutto per il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, travolto dal fuoco amico di Matteo Salvini e Luigi Di Maio, che lo hanno criticato in più di un’occasione.
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