Il governo italiano e quello francese hanno annunciato mercoledì 27 settembre di aver raggiunto un accordo sulla questione Fincantieri-STX, che già da alcuni mesi complicava i rapporti politici ed economici tra Roma e Parigi.
Fincantieri è un’azienda pubblica italiana che si occupa di progettazioni e costruzioni navali. STX-France, invece, è la società che gestisce i cantieri del porto francese di Saint-Nazaire.
Ai primi di gennaio del 2017 Fincantieri si era aggiudicata all’asta il 66 per cento del capitale di STX-France, detenuto dalla società sudcoreana di STX Offshore & Shipbuilding, attiva anch’essa nel settore delle costruzioni navali. Il restante 33 percento sarebbe rimasto di proprietà dello stato francese.
Le contrattazioni successive tra l’allora presidente francese François Hollande e Fincantieri si sono concluse con un accordo ad aprile scorso: Fincantieri avrebbe ottenuto il 48,7 per cento, a cui si sarebbe aggiunto un altro 6 per cento grazie all’ingresso in società della Fondazione Cassa di Risparmio di Trieste.
Ma con l’elezione di Macron lo scorso maggio, il governo francese ha rivalutato la sua posizione sull’accordo raggiunto e a luglio il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire, aveva annunciato la nazionalizzazione temporanea e preventiva di STX-France.
Ciononostante, le trattative tra Italia e Francia sono continuate nei mesi successivi, fino al vertice di ieri tra Gentiloni e il capo dell’Eliseo.
Qual è il nuovo accordo
Italia e Francia hanno deciso che Fincantieri avrà la maggioranza della società che gestisce i cantieri navali di Saint Nazaire. Il gruppo italiano otterrà il 50 per cento di STX France, a cui si aggiungerà un altro un per cento che il governo francese presterà a Fincantieri per un periodo di 12 anni.
Questo accordo prevede però “appuntamenti regolari tra i due partner, in cui questi esamineranno lo stato di salute della loro azienda comune nonché il rispetto degli impegni assunti da entrambe le parti”.
Se le promesse non saranno mantenute, la Francia potrà comunque recuperare il proprio uno per cento e ritirare a Fincantieri il suo ruolo predominante. Altrimenti, se tutto filerà liscio, allo scadere dei 12 anni l’un per cento in prestito diventerà completamente italiano.
In ogni caso, se Fincantieri sarà costretta dai francesi a restituire il prestito, avrà il diritto di trasferire alla Francia anche il suo 50 per cento, un’ipotesi che peserebbe molto sulle casse transalpine.
Inoltre, a Fincantieri spetta la governance dell’impresa. Avrà infatti quattro consiglieri di amministrazione (quanti ne avranno i francesi), ma l’amministratore delegato e il presidente saranno italiani. Il presidente avrà in mano un voto doppio, decisivo in caso di parità tra i consiglieri di amministrazione.
Le tappe precedenti all’accordo
di Michelangelo Fano (LEGGI l’articolo completo)
I rapporti tra Italia e Francia hanno iniziato a incrinarsi quando, lo scorso luglio, il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire, aveva annunciato la nazionalizzazione temporanea e preventiva di STX-France, la società che gestisce i cantieri del porto francese di Saint-Nazaire.
I primi di gennaio, Fincantieri – azienda pubblica italiana che si occupa di progettazioni e costruzioni navali – si era aggiudicata all’asta il 66 per cento del capitale di STX-France, detenuto dalla società sudcoreana di STX Offshore & Shipbuilding – attiva anch’essa nel settore delle costruzioni navali –, mentre il restante 33 percento sarebbe restato proprietà dello stato francese.
Tra i pretendenti per la società sudcoreana, erano presenti il gruppo olandese Damen Shipyard, un fondo d’investimento britannico, la società malesiana Genting e infine l’azienda triestina Fincantieri. Alla fine, è stata solamente quest’ultima, ad aver fatto un’offerta d’acquisto (79,5 milioni) al gruppo coreano STX, che, in procinto di fallimento, si era visto obbligato a cedere vari pezzi di sua appartenenza, tra cui anche i pregiati cantieri di Saint-Nazaire.
Subito dopo iniziarono le contrattazioni tra l’allora presidente francese François Hollande e Fincantieri, che si conclusero con gli accordi dell’aprile scorso: Fincantieri avrebbe ottenuto il 48,7 per cento, a cui si sarebbe aggiunto un altro 6 per cento grazie all’ingresso in società della Fondazione Cassa di Risparmio di Trieste.
Questo avrebbe reso il gruppo di STX-France a maggioranza italiana con il 54,7 per cento dei capitali societari e la gestione dei cantieri di Saint-Nazaire. Il restante 45,3 per cento, invece, sarebbe stato di appartenenza della Francia: il 33 per cento detenuto direttamente dallo stato francese e il restante 12 per cento da Naval Group, partecipata a sua volta dello stato francese e importante gruppo di costruzioni di navi militari.
Con l’elezione del nuovo presidente francese Emmanuel Macron, la visione della Francia sugli accordi con Fincantieri prese una nuova piega. Lo scorso 27 luglio, il ministro Le Maire rese nota la decisione di nazionalizzare i cantieri navali STX esercitando il diritto di prelazione a pochi giorni dalla scadenza, confermando così le indiscrezioni pubblicate poco prima dal quotidiano francese Le Monde.
“L’intenzione di Parigi è garantire che le competenze straordinarie dei cantieri navali di Saint-Nazaire e i loro lavoratori restino in Francia: il nostro obbiettivo è difendere gli interessi strategici”, aveva argomentato il ministro Le Maire.
Tuttavia, la volontà della Francia di continuare le contrattazioni con l’Italia per un’eventuale collaborazione su questo fronte è continuata e continua tutt’ora. Ed è così che la nuova proposta del neo-governo francese ha preso corpo.