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    Coronavirus, “Smart working obbligatorio per la Pubblica amministrazione”: la circolare del ministero

    La circolare sottolinea la necessità di passare dalla sperimentazione all'obbligo, dopo le misure contenute nel primo decreto Coronavirus

    Di Antonio Scali
    Pubblicato il 4 Mar. 2020 alle 20:54 Aggiornato il 9 Mar. 2020 alle 14:35

    Coronavirus, “Smart working obbligatorio per la Pa”: la circolare del ministero

    Le pubbliche amministrazioni devono riorganizzarsi per rendere possibile il lavoro a distanza: non si tratta più di una sperimentazione, ma di un obbligo, legato all’attuale emergenza Coronavirus. Il governo, che ha disposto la sospensione delle lezioni nelle scuole e le università di tutto il Paese fino al 15 marzo, spinge l’acceleratore anche in fatto di smart working. La ministra della Pa Fabiana Dadone ha firmato una circolare sullo smart working che punta proprio su questo passaggio dalla sperimentazione all’obbligo, come conseguenza delle misure scritte nel primo decreto Coronavirus, il Dl 9/2020.

     

     

    L’obiettivo dichiarato è quello di arrivare a coinvolgere il 10% dei dipendenti pubblici. La circolare prevede il ricorso, in via prioritaria, al lavoro agile come forma più evoluta anche di flessibilità di svolgimento della prestazione lavorativa, in un’ottica di progressivo superamento del telelavoro e l’utilizzo di soluzioni “cloud” per agevolare l’accesso condiviso a dati, informazioni e documenti. Tra le altre misure previste, il ricorso a videoconferenze e a modalità flessibili di svolgimento del lavoro, facilitate anche dall’utilizzo dei computer personali dei dipendenti. Sarà attivato un sistema bilanciato di reportistica interna anche in un’ottica di progressiva integrazione con il sistema di misurazione e valutazione della performance.

    “La progressiva digitalizzazione della società contemporanea, le sfide che sorgono a seguito dei cambiamenti sociali e demografici o, come di recente, da situazioni emergenziali, rendono necessario un ripensamento generale delle modalità di svolgimento della prestazione lavorativa anche in termini di elasticità e flessibilità”, si legge nella premessa della circolare. Previste, inoltre, sanzioni per i dirigenti degli uffici che non si adeguano alle nuove misure. Queste almeno le intenzioni, ma chiaramente in casi del genere il condizionale è d’obbligo, visto che in molti casi gli uffici della pubblica amministrazione sono ancora particolarmente indietro in tema di smart working.

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