Dieci giorni di congedo obbligatorio per il padre lavoratore pagato al 100% e aumento da sei a nove mesi per il congedo facoltativo indennizzabile con il 30% della retribuzione entro i 12 anni di vita di ogni figlio: sono alcune delle novità che entreranno in vigore da oggi sul congedo parentale, maternità e paternità previste dal decreto legislativo n. 105 del 30 giugno 2022.
In caso di parto plurimo la durata del congedo che si applica anche al padre adottivo e affidatario, è aumentata a 20 giorni lavorativi. Può essere fruito a partire dai due mesi prima della data presunta del parto fino ai 5 mesi successivi alla nascita del figlio e in caso di morte perinatale del figlio. Alle lavoratrici autonome inoltre è riconosciuta un’indennità giornaliera anche per i periodi antecedenti i due mesi prima del parto, nel caso di gravi complicanze della gravidanza o di persistenti forme morbose che si presume possano essere aggravate dallo stato di gravidanza, sulla base degli accertamenti medici effettuati da un medico della Asl.
“Un passo importante – scrive il ministro del Lavoro Andrea Orlando su Facebook – verso una genitorialità equamente condivisa, un uso paritario del tempo e un miglior equilibrio tra tempi di vita familiare e lavorativi”. Il ministro ricorda le novità principali: è obbligatorio il congedo di paternità, della durata di 10 giorni lavorativi; aumenta da 10 a 11 mesi la durata del diritto al congedo per il genitore solo; è esteso il diritto all’indennità di maternità alle lavoratrici autonome e libere professioniste; aumenta da 6 a 12 anni l’eta’ della bambina o del bambino entro cui poter usufruire del congedo parentale indennizzato; si da’ precedenza alle richieste di lavoro agile dei dipendenti e dei caregiver con figli fino a 12 anni di eta’ o disabili; sono introdotte sanzioni per i datori di lavoro che ostacolano la fruizione del congedo di paternità obbligatoria; sono promossi interventi e iniziative di carattere informativo per la promozione e la conoscibilità delle misure a sostegno dei genitori e dei prestatori di assistenza. “Estendiamo i diritti di lavoratori e lavoratrici per garantire una migliore conciliazione dei tempi di vita e lavoro, per andare nella direzione di una più equa condivisione di responsabilità tra uomini e donne e promuovere la parità di genere in ambito lavorativo e familiare”, conclude Orlando.