Secondo calo consecutivo per la produzione industriale a gennaio. Lo rileva l’Istat che stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisca del 3,4% rispetto a dicembre, con un calo comune a tutti i principali settori di attività.
E nella media del trimestre novembre-gennaio il livello della produzione diminuisce dello 0,5% rispetto al trimestre precedente. L’Istat precisa poi che, corretto per gli effetti di calendario, a gennaio 2022 l’indice complessivo cala anche in termini tendenziali del 2,6%.
L’Istat sottolinea inoltre che risulta negativo anche il confronto con il valore di febbraio 2020, mese antecedente l’inizio dell’emergenza sanitaria: rispetto ad allora il livello destagionalizzato dell’indice è inferiore dell’1,9%.
L’indice destagionalizzato mensile segna diminuzioni congiunturali in tutti i comparti: variazioni negative caratterizzano, infatti, l’energia (-5,2%), i beni di consumo (-3,6%), i beni intermedi (-3,4%) e, in misura meno rilevante, i beni strumentali (-1,6%).
Sempre secondo l’Istat, la guerra in Ucraina avrà un impatto economico su tutta l’Europa. Una prima valutazione degli effetti dello shock dei prezzi energetici per l’Italia, stimata con il modello macroeconomico MeMo-It dell’Istat, mostra che, a parità di altre condizioni, il Pil sarà inferiore di 0,7 punti percentuali rispetto a quello stimato in uno scenario base in qui le quotazioni dei beni energetici rimanessero sui livelli di inizio anno. Il dato è contenuto nella nota mensile sull’andamento dell’economia italiana diffusa oggi. L’attività economica verrebbe condizionata negativamente dal più basso livello dei consumi delle famiglie che si accompagnerebbe a una riduzione della propensione al risparmio. Rispetto allo scenario base risulterebbe più bassa sia l’occupazione, sia il saldo della bilancia di beni e servizi misurato in percentuale di Pil.