Calenda a TPI: “Fca usa soldi degli italiani per pagare dividendi”
Onorevole Calenda, come sta?
Bene. Ho preparato un video esplosivo, tra poco sarà in rete.
Un video sulla vicenda della Fca e del prestito garantito?
Esatto. Non si può tacere, o almeno: io non mi sento di farlo.
Tacere su cosa?
Stiamo assistendo ad uno spettacolo indecoroso.
Di che tipo?
Una totale incapacità della classe politica, e tra poco le spiego perché, una totale mancanza di responsabilità di una delle più grandi industrie italiane, e fra poco le spiegherò perché.
Quale è il punto?
Il punto è che io sono uno spirito libero, e non me la sento di chiudere gli occhi di fronte al balletto delle ipocrisie e delle assurdità più insensate.
Fca ha diritto o no a chiedere un prestito con garanzia dello Stato?
Certo che lo ha. Ma qui la situazione è la seguente: 1) FCA International ha liquidità più che sufficiente per garantire il prestito a FCA Italia; 2) La ragione per cui non lo fa e chiede una garanzia statale è che vuole distribuirsi un dividendo straordinario di 5 mld prima della fusione con PSW; 3) FCA, dal lancio di Fabbrica Italia nel 2012 non ha mai rispettato gli impegni di investimenti in Italia; 4) E’ l’unica grande azienda automobilistica europea a non avere la sede legale e fiscale in Italia; 5) il prestito non serve a finanziare i fornitori ma a pagare i debiti dei fornitori. 6) la Sace ha emesso 6 garanzie per 40 milioni di euro. Migliaia di imprese con sede in Italia aspettano.
Carlo Calenda parla con la consueta passione, e la sua – insieme a quella dell’ex ministro Andrea Orlando – è stata la presa di posizione più forte sulla vicenda Fiat. Il punto è che l’ex ministro (un passato da manager alla Ferrari) non è sospettabile di avere posizioni preconcette contro una azienda, e nemmeno di avere remore ideologiche dettare da posizioni antagonisti: “Faccio questa battaglia in nome dei miei principi liberali e della mia idea di tutela degli interessi collettivi”.
Onorevole Calenda lei nel suo video allude anche al tema del rapporto della stampa e del rapporto con i suoi editori.
Beh, nessuno ne parla esplicitamente perché è sconveniente dirlo. Ma è il segreto di Pulcinella.
Cosa?
Fino a ieri La Repubblica – e non era certo la mia posizione – sosteneva che sulla Fca avesse ragione Landini.
E adesso?
Da ieri scrive esattamente l’opposto: La Repubblica dipinge la Fiat come una onlus. Direi che siamo passati da un estremo all’altro. Per me sono entrambi non condivisibili.
Lei ha espresso dei dubbi sul fatto che Fca sia legittimata a richiedere il prestito, perché?
Fca ha molti capitali perché è piena di liquidità. Potrebbe sostenere la sua consociata italiana, ma allo stesso tempo vuole distribuire dividendi agli azionisti per la fusione con il gruppo Psa.
Proprio lei mette in discussione un diritto di una azienda privata distribuire un dividendo ai suoi azionisti se crede?
Un momento: hai il diritto, senza dubbio. Non puoi volere la botte piena e la moglie ubriaca.
Cioè?
Io Stato italiano non posso finanziare Fca Italia solo perché Fca vuole distribuire un maxi dividendo. Non sta né in cielo né in terra.
Però lei sta attribuendo questa intenzione al management di Fca. Sembra che ne sia certo.
Veramente non sono io, lo dicono loro! I vertici di Fca hanno confermato pubblicamente che distribuiranno il maxi dividendo da 5 miliardi.
E lei non condivide questa scelta, giusto?
No. E aggiungo: a me non importa nulla del fatto che siano proprietari di mezza stampa italiana. Ma il problema esiste. Facciamo la domanda che nessuno fa?
Sì, facciamola, quale?
Perché se vogliono fare questa operazione del dividendo non usano i loro soldi?
Non è legittimo chiedere un prestito in banca privata?
Certo! Ma allora se lo facessero dare da una banca privata, con le regole di una banca privata, senza una garanzia pubblica! Vuoi dare il dividendo? Pagatelo tu. Vuoi prendere un prestito? Convinci la banca a dartelo. Vuoi sei miliardi, auguri.
Perché una banca – secondo lei – non concederebbe un prestito a Fca?
Ohhhh, io ne sono convinto. Ma sono anche certo che in condizioni di mercato una banca seria chiederebbe alla società controllante di garantire o di mettere equity.
Dice?
Senza dubbio. E così di nuovo ritorniamo al punto di partenza. È la garanzia dello Stato che consente a Fca di avere quel prestito a quelle condizioni senza usare mezzi propri, non raccontiamoci favole.
Prendo le parti del diavolo. Qualcuno – ad esempio Bentivogli – dice: “Ma quei soldi vengono usati per sostenere gli operai italiani”. Lo pensa?
Vengono usati per pagare i costi di gestione, né più né meno. Ma se tu hai la liquidità, perché devi chiedere il prestito? Sono le aziende in difficoltà che hanno bisogno della garanzia. E le risorse non sono infinite, anche per le garanzie.
Vero. Ma qualcun altro invece le dice: avete un pregiudizio contro le aziende che hanno la sede legale e fiscale in altro paese, ma in realtà questo non ci deve interessare, se operano in Italia.
Sì, lo confesso. Questa è la mia critica: io ho una riserva. E ho visto che anche Prodi lo ha detto, più o meno negli stessi termini.
Sì, ma come lo giustifica? L’argomentazione difensiva, glielo ricordo, è: ma se io pago meno tasse rispetto all’Italia perché non dovrei farlo?
Rispondo con una domanda. Perché secondo lei non c’è una casa automobilistica tedesca o francese che abbia la sede fuori dal loro paese di riferimento? Pensate che loro siano scemi e che non sappiamo trovare un regime fiscale più conveniente?
Non lo fanno solo per una “scelta di immagine”, dice lei.
Immagine, ma anche sostanza. Lo fanno perché stanno dentro un sistema paese: ne pagano il prezzo, come accade per chi fa profitto in Italia, ma ne ottengono anche un vantaggio, come può fare chi chiede una garanzia all’Italia.
Lei sta dicendo che per fare una cosa bisogna fare anche l’altra?
Ma ovvio. Non puoi godere della protezione del tuo paese con i prestiti garantiti dal tuo paese, ma poi ti sposti per pagare meno tasse in un altro paese.
Sono d’accordo con lei, ma mi spieghi perché.
Questa garanzia è un privilegio che il sistema paese ti sta dando con la garanzia dei contribuenti italiani. Che pagano tutti le tasse nel sistema italiano.
Però è perfettamente legale.
Certo. Ma non tutto quello che è legale è anche morale. Anzi, spesso non lo è. Sa come si chiama questa pretesa?
Me lo dica lei.
Questo si chiama fare il liberista con il culo degli altri.
1. Se Fca vuole prestiti garantiti dallo Stato, riporti le sue sedi in Italia e paghi le tasse (di L. Telese)/ 2. Clementi a TPI: “Il virus non è più aggressivo, è un dato di fatto. Ma certi altri virologi ragionano con gli algoritmi” / 3. Vespignani a TPI: “I virologi italiani non hanno capito nulla, per sconfiggere il virus servono le 3T”
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