E’ caos con il bonus di 600 euro di sostegno ad alcune categorie di lavoratori per via dell’emergenza Coronavirus. L’indennità prevista e introdotta dal decreto Cura Italia, infatti, ha visto un cambio delle regole per la sua richiesta, cambio che ora fa saltare le domande già presentate da autonomi e professionisti negli scorsi giorni, dato che il nuovo “Decreto liquidità”, dall’8 aprile in Gazzetta Ufficiale, prevede appunto dei nuovi requisiti per ottenere quella somma. Nello specifico, i 600 euro adesso spettano – come prevede l’articolo 34 del nuovo decreto – a coloro che sono iscritti “in via esclusiva” alle Casse private e non sono “titolari di trattamento pensionistico”.
Naturalmente, essendoci tale modifica, chi ha fatto richiesta del bonus statale – più di 400mila autonomi – ora ha visto bloccata la sua domanda, mentre si è già affacciata anche un’altra problematica che rischia di rallentare ancora di più l’erogazione dei 600 euro: i nuovi requisiti non potranno essere verificati se non attraverso la collaborazione dell’Inps o tramite una autocertificazione del professionista. In ogni caso una cosa sicura c’è: le domande dovranno essere ripresentate e i professionisti non riceveranno i soldi a partire dal 10 aprile, come era previsto dal precedente decreto di Palazzo Chigi del 28 marzo.
Bonus 600 euro, a chi spetta e quando
Dunque, per fare chiarezza, a chi spetta il bonus di 600 euro ora? A tutti quei professionisti che non siano titolari di pensione e che, con riferimento all’anno 2018:
- abbiano percepito un reddito complessivo non superiore a 35mila euro e abbiano visto la loro attività professionale “limitata” dai provvedimenti restrittivi emanati per via della pandemia da Covid-19
- abbiano percepito un reddito complessivo tra 35mila euro e 50mila euro e abbiano “cessato, ridotto o sospeso” l’attività in conseguenza dell’emergenza Coronavirus
E per quanto riguarda le modalità con cui verranno elargiti i soldi, ogni Cassa di appartenenza dei professionisti, dopo aver effettuato le dovute verifiche, provvederà ad erogare l’indennità seguendo un ordine cronologico delle domande. Compito delle Casse sarà quello di inviare al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e al ministero dell’Economia i risultati del monitoraggio delle istanze ricevute e di quelle ammesse al pagamento. Ad esse verrà poi effettuato un rimborso e, nel caso i ministeri riscontrassero incongruenze rispetto al limite di spesa preventivato, le informeranno e inviteranno a sospendere l’erogazione fino all’arrivo di nuove risorse.
Leggi anche: 1. [Riservato TPI] “Vi prego fateci chiudere”: la lettera disperata del 25 febbraio scritta dal direttore dell’ospedale di Alzano alla direzione generale / 2. ESCLUSIVO TPI – Parla un dipendente dell’ospedale di Alzano: “Ordini dall’alto per rimanere aperti coi pazienti Covid stipati nei corridoi”
3. Coronavirus, cosa prevede il decreto del 10 aprile e quali attività potranno riaprire / 4. “Mascherine in Lombardia? La Regione fa scappare le aziende serie e finisce per comprare dai truffatori”: la denuncia di un intermediario a TPI