Il mondo era sotto shock per il crollo della quarta banca d’investimento più grossa degli Stati Uniti, la Lehman Brothers, avvenuto appena poche settimane prima. Dalle ceneri di quelle macerie – ma probabilmente è solo una coincidenza – il 31 ottobre 2008 nel web comparve il manifesto di una nuova moneta, una criptovaluta: il Bitcoin.
La prima vera transazione è avvenuta 2 anni più tardi, il 22 maggio 2010: furono acquistate due pizze da uno sviluppatore, per 10 mila bitcoin. Quei 10 mila bitcoin oggi varrebbero 64 milioni di dollari
il termine Bitcoin apparve per la prima volta su Internet nella notte di Halloween del 2008, nel giorno della 84esima Giornata mondiale del risparmio.
Era l’alba della crisi economica più devastante del terzo millennio. Il termine era contenuto nel whitepaper di un anonimo, rimasto sotto pseudonimo, il misterioso Satoshi Nakamoto.
Nel suo decalogo, divenuto poi una vera e propria Bibbia delle criptovalute, il papà dei Bitcoin spiegava cos’era questa nuova “moneta elettronica peer-to-peer”.
Dieci anni dopo il bitcoin è accettato come strumento di pagamento da moltissime aziende, attività commerciali e grandi organizzazioni (come Microsoft, Expedia, Save the children, Virgin, Starbucks) in tutto il mondo.
È stata la tecnologia più veloce di sempre a diffondersi globalmente: lo smartphone ha impiegato 20 anni, le e-mail 60, l’energia elettrica 80 anni.
Il grande balzo della criptovaluta è avvenuto in pochi anni, frutto del cambiamento tecnologico ma anche economico del sistema.
Nel 2010 il bitcoin aveva una capitalizzazione di un milione di dollari: meno di tre anni più tardi ha superato il miliardo di dollari, e il Texas lo ha riconosciuto come valuta. Per la prima volta la sua quotazione supera i mille dollari.
La criptovaluta si attira l’interesse delle società di venture capital, che nel 2o15 investono oltre 1 miliardo nel settore.
Quello stesso anno, appena 7 anni dopo essere stato inventato, il Bitcoin si conquista la copertina dell’Economist, e la sua popolarità cresce fino al picco di fine 2017, quando per ogni coin servono 20 mila dollari.
È quello l’apice per le monete virtuali, che escono dalla nicchia degli operatori finanziari e diventano un argomento di discussione anche per i piccoli investitori. Dopo la bolla l’interesse cala, fino alla quotazione di oggi: il Bitcoin si attesta intorno ai 6.300 dollari, decisamente di più di quanti ne servono per acquistare due pizze.