Aumento del bonus per l’a.d. di AstraZeneca, gli investitori protestano: “È osceno”
AstraZeneca è stata attaccata di alcuni investitori per la proposta di aumentare i bonus del suo amministratore delegato, definita “oscena”. Il 61enne Pascal Soriot, che negli scorsi mesi ha affrontato forti critiche per i ritardi nelle consegne dei vaccini contro la malattia da nuovo coronavirus (Covid-19), ha guadagnato quasi 18 milioni di euro all’anno nel 2020, 197 volte la retribuzione mediana dei dipendenti della casa farmaceutica anglo-svedese.
Secondo quanto riporta il quotidiano britannico Guardian, diversi investitori tra cui Pirc, Glass Lewis e Institutional Shareholder Services (ISS), si sono detti preoccupati per la proposta in vista dell’assemblea annuale dell’11 maggio. In particolare Neville White, responsabile per le politiche di investimento responsabile e la ricerca presso EdenTree Investment Management, azionista della casa farmaceutica, ha definito la proposta come “oscena”, affermando che voterà contro.
L’azienda intende aumentare i bonus azionari massimi che gli spetterebbero in base a un piano di incentivi a lungo termine, portandoli dal 550 percento al 650 percento del suo salario base di oltre 1,5 milioni di euro l’anno, e di aumentare il suo bonus annuale massimo dal 200 al 250 percento del salario, al raggiungimento di determinati risultati. Oltre a questo, riceverebbe un aumento dello stipendio del 3 percento, spettante a tutti i dipendenti dell’azienda, a fronte però di un taglio dei contributi pensionistici all’11 percento dello stipendio base, lo stesso livello degli altri dipendenti.
Il “meno pagato”
Non è la prima volta che gli investitori si ribellano alle proposte di AstraZeneca per la remunerazione dei propri dirigenti. Già nel 2018 infatti il 35 percento degli azionisti aveva votato contro il piano di remunerazione. All’epoca Soriot aveva detto di essere l’amministratore delegato “meno pagato in tutto il settore”.
Nell’anno della pandemia, Soriot ha ricevuto in totale 15,4 milioni di sterline (17,85 milioni di euro), una somma simile a quanto ricevuto nel 2019, con uno stipendio base di 1,29 milioni di sterline, un bonus annuale di 2,3 milioni di sterline e una somma pari a 11,1 milioni di sterline da un piano di incentivi a lungo termine. Nel 2020 l’amministratore delegato della casa farmaceutica statunitense Pfizer, Albert Bourla, ha ricevuto in totale 21 milioni di dollari (17,5 milioni di euro). Stéphane Bancel, a capo dell’altro produttore statunitense di vaccini Moderna, nell’anno della pandemia ha potuto beneficiare di un aumento di 6 volte del valore delle azioni della società biotecnologica, grazie a una partecipazione dell’8 percento.
Risultati migliori del previsto
AstraZeneca ha risposto alle proteste affermando che da quando sono stati nominati i suoi dirigenti “hanno determinato una notevole inversione di tendenza nella performance dell’azienda”, evidenziando come siano stati conseguiti rendimenti totali per gli azionisti di quasi il 300 percento negli ultimi otto anni. Il titolo di AstraZeneca, che aveva raggiunto livelli record la scorsa estate dopo i primi annunci del vaccino, ha chiuso il 2020 con un calo del 4 percento ma da inizio anno ha quasi recuperato le perdite dell’anno scorso.
Negli scorsi giorni, l’azienda ha annunciato risultati migliori del previsto per il primo trimestre dell’anno, con un aumento dei ricavi del 15 percento, arrivati a 7,32 miliardi di dollari. L’azienda guidata da Soriot ha ottenuto 275 milioni di dollari dalle vendite del vaccino contro il nuovo coronavirus, una frazione dei 3,5 miliardi di dollari riportati nello stesso periodo da Pfizer per la sua parte dei ricavi del vaccino prodotto assieme alla tedesca BioNTech, con cui ne spartisce i proventi.
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