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    Mai così alta
la spesa per le armi
nel mondo: 2.443 miliardi di dollari
solo nel 2023 (306 a testa)

    Credit: ZUMAPRESS.com / AGF

    Solo Leonardo e Fincantieri valgono il 4 per cento del giro d’affari globale

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 26 Nov. 2024 alle 15:34

    La spesa per le armi non è mai stata così alta nel mondo: solo nel 2023 i governi hanno investito 2.443 miliardi di dollari (306 per ogni essere umano) nel settore Difesa, un dato in crescita,
secondo un nuovo rapporto elaborato dall’Area Studi Mediobanca, del 6,8%
rispetto all’anno precedente.

    Ma anche il giro d’affari
dell’industria mondiale
è aumentato: crescendo del 9,8%
in un anno,
sfiorando nel 2023
i 615 miliardi di euro. Ma il futuro sembra ancora
più roseo: quest’anno, secondo i calcoli dell’Area Studi Mediobanca,
i ricavi globali del settore
dovrebbero crescere del 9%,
a un ritmo quasi triplo
rispetto al Pil mondiale (+3,2%),
e nel 2025 addirittura
dovrebbero salire del 12%.

    Europa e Stati Uniti continuano a farla da padrone. Su 40 multinazionali del comparto Difesa con un fatturato individuale
superiore al miliardo di euro
e che da sole rappresentano
quasi il 60% del giro d’affari globale,
17 hanno sede in Europa (quattro in Francia
e altrettante nel Regno Unito,
due ciascuna in Germania, Italia
e Paesi Bassi, una Polonia, un’altra in Spagna e l’ultima in Svezia); 16 negli Stati Uniti; e 7 in Asia (due in India, altrettante in Corea del Sud
e una ciascuna in Israele,
Turchia e Taiwan).

    Le aziende americane però sono in cima alla classifica per fatturato. I colossi statunitensi delle armi infatti hanno incassato l’anno scorso
il 68% dei ricavi aggregati, mentre
le imprese europee sono fermate al 27%
e quelle asiatiche al 5%. La sola Italia,
con Leonardo e Fincantieri, vale il 4% del giro
d’affari mondiale
(il 14% a livello continentale).

    Le prime cinque imprese mondiali del settore sono infatti tutte statunitensi:
Lockheed Martin
(55 miliardi di euro di ricavi nel 2023),
Raytheon Technologies (36,8),
Boeing (31 miliardi),
Northrop Grumman (30,6)
e General Dynamics (26,8). Le principali concorrenti europee
invece sono la britannica
Bae Systems (25,8 miliardi)
la francese Airbus (11,8),
l’italiana Leonardo (11,5),
la francese Thales(10,1) e
la tedesca Rheinmetall (5,1), mentre Fincantieri (2 miliardi) è solo 13esima nella classifica globale.

    Oltre ai colossi pubblici, in Italia operano anche
un centinaio di aziende
medio-piccole nel settore. Su queste, almeno 36 sono
controllate da soggetti esteri
e producono oltre il 25%
del fatturato aggregato. Altro che sovranità nel comparto difesa.

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