A 48 ore dalla scadenza della cassa integrazione, che non è stata prorogata, sono arrivate le prime lettere di licenziamento collettivo per i 1.322 dipendenti dell’ormai ex compagnia aerea sardo-qatariota Air Italy. Nessun intervento in extremis per salvare i dipendenti della compagnia aerea, che da tempo scendono in piazza per la difesa del proprio posto di lavoro. Il licenziamento ha effetto immediato con il pagamento dell’indennità sostitutiva del preavviso.
Venerdì mattina gli impiegati e il personale di bordo di Air Italy hanno protestato in più di 200, per ricordare di essere stati “dimenticati dalla politica”. La manifestazione, promossa da Ap, Cobas e Usb con l’adesione di Anpav, si è svolta in Sardegna nel centro di Olbia, di fronte al municipio. Qui, i rappresentanti dei lavoratori hanno puntato il dito contro la politica nazionale, denunciando che “nessun ministro ha mai pronunciato la parola ‘Air Italy’, solo qualche sottosegretario e ministro, ma sprovvisto di delega. La politica si è totalmente dimenticata della più grande vertenza in assoluto in era covid” ha dichiarato Marco Bardini, responsabile regionale Anpav, ai microfoni del Tgr Sardegna.
I lavoratori ora potranno accedere alla Naspi con un regime più favorevole visto che la nuova prestazione prevede una riduzione dell’importo non più dal quarto mese, ma dal sesto e per gli over 50 dall’ottavo mese. Inoltre la Regione Sardegna è riuscita ad accedere al Feg, il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, che per la vertenza Air Italy ha previsto uno stanziamento di 4,5 milioni (3,8 milioni la quota Feg, 683mila euro quella della Regione).