500 euro in busta paga: cosa accade
Uno dei punti principali della politica economica che il nuovo governo sta mettendo a punto in queste settimane riguarda un taglio del cosiddetto cuneo fiscale che potrebbe portare almeno 500 euro in più all’anno ai lavoratori in busta paga.
La riduzione della tasse sul lavoro, in particolare, secondo i piani dell’esecutivo dovrebbe portare 500 euro in più ai lavoratori nel 2020 con l’impegno di arrivare poi a 1000 euro. Ma nello stesso tempo è prevista anche una riforma dei ticket sanitari, che saranno calcolati in base al reddito e al nucleo familiare. In più, oltre un tetto di spesa, le cure saranno gratis.
500 euro in busta paga: come funziona
Il taglio del cosiddetto cuneo fiscale è, con la riforma del ticket sanitario, una delle soluzioni che danno un’impronta sociale alla politica economica del governo Pd-M5S di queste settimane, presentata con la nota di aggiornamento al Def. Per trovare le risorse per raggiungere gli obiettivi indicati nella Nadef l’esecutivo scommette molto su 7 miliardi di euro derivanti dalla lotta all’evasione fiscale. Ma si punta anche alla riduzione dell’uso del contante con un faro acceso sulle frodi sui crediti inesistenti e sui carburanti.
Nella NaDef vengono elencati oltre 20 provvedimenti che dovrebbero accompagnare la manovra economica per il 2020. Quello dedicato alla riduzione del cuneo fiscale, ai 500 euro in più in busta paga, ha l’obiettivo di ridurre la differenza tra retribuzione lorda e retribuzione netta.
Alla misura sono destinati 2,7 miliardi di euro nel 2020 e 5,4 miliardi nel 2021. Il ddl dovrebbe essere approvato nella prima metà del 2020 ed entrare poi in vigore solo nella seconda parte dell’anno.
La scelta di rinviare di sei mesi l’entrata in vigore della misura è dettata dalle risorse a disposizione del governo. Va comunque precisato che la nota di aggiornamento al Def 2019 non dà indicazioni su come potrebbe prendere forma il taglio del cuneo: non viene ancora indicato il tetto di reddito entro il quale dovrebbe avvenire. Per questo circolano per ora solo delle ipotesi, che vanno da 26 mila euro lordi l’anno, lo stesso tetto limite fissato per il bonus da 80 euro introdotto dal governo Renzi nel 2014, a 35 mila.
Non è stato ancora deciso inoltre se si interverrà irrobustendo il bonus Renzi o se si agirà sulle detrazioni da lavoro.
Quanti soldi in più: i numeri
Il taglio del cuneo fiscale potrebbe riguardare circa 10 milioni di persone, se si considerano i dipendenti che hanno un reddito inferiore ai 26 mila euro lordi l’anno e che già incassano gli 80 euro del bonus Renzi.
Ma non c’è chiarezza sui numeri, perché esiste una divergenza tra le cifre annunciate dal governo e quanto emerge dalla NaDef (qui il testo integrale in pdf).
Nel 2020, come detto nella seconda parte dell’anno, lo sconto fiscale sarebbe in media di 270 euro lordi, 45 al mese. Nel 2021 invece, quando i fondi a disposizione raddoppieranno da 2,7 a 5,4 miliardi e il bonus sarà applicato per tutti i dodici mesi, si dovrebbe salire a 540 euro lordi l’anno, sempre 45 al mese. Si tratta di un valore medio. E va considerato che i valori sono variabili perché i vantaggi della riduzione del cuneo fiscale diminuiscono all’aumentare del reddito.
Secondo le prime stime chi guadagna tra gli 8mila e i 10mila euro lordi l’anno, nel 2020 potrebbe arrivare fino a 750 euro in più in busta paga, 125 euro al mese. Poi nel 2021 potrebbe arrivare a 1.500 euro l’anno, sempre 125 al mese. Ma si tratta solo di qualche decina di euro in più rispetto al bonus di Renzi che questi lavoratori già ottengono.
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