Heinz Bierbaum, presidente della Sinistra Europea, risponde all’appello sul futuro della sinistra “La forza della Ragione e il coraggio della politica” [Leggi qui], lanciato da Nadia Urbinati, Stefano Bonaga e Pietro Ignazi. Per lasciare la tua firma, aderire all’iniziativa e condividere il tuo pensiero scrivi a discutiamo@tpi.it
La sinistra deve guidare la battaglia per ridare dignità al mondo del lavoro in tutta Europa
La pandemia ha mostrato gli effetti di un modello economico e sociale profondamente ingiusto, basato sui principi del neoliberismo e dell’austerità. Oggi, gli effetti di questi dogmi sono sotto gli occhi di tutti. Oggi, la sinistra è chiamata a battersi per un netto cambiamento di rotta a favore della solidarietà europea.
La sinistra è l’unica forza che può proporre soluzioni concrete capaci di soddisfare questa necessità di cambiamento, che è sentita tanto a livello nazionale che comunitario. Ed è proprio perché un cambiamento a tutti i livelli è necessario, che questa drammatica situazione ci pone di fronte ad una grande responsabilità.
I dogmi del mercato, della competitività, del profitto hanno portato le nostre società su un binario sbagliato: i frutti di questi dogmi (come il Patto di Stabilità o l’attuale mandato della Bce), mentre di fatto impedivano la solidarietà tra paesi, hanno anche minato le fondamenta dei sistemi di protezione sociale degli Stati membri.
Oggi, non solo pochi privilegiati hanno più diritti di altri, ma si è anche cristallizzata la contrapposizione tra paesi avvantaggiati e paesi che pagheranno due volte questa crisi, avendo già pagato il prezzo dell’ austerità.
Certamente la Pandemia ha riportato al centro del dibattito europeo il Pilastro dei diritti sociali e il rispettivo Piano d’Azione elaborato dalla Commissione che verrà discusso nel vertice sociale di Porto. Inoltre, le misure messe in campo dall’UE durante questo anno di emergenza (quelle straordinarie adottate dalla Bce e la sospensione del Patto di Stabilità) erano già state richieste dalla Sinistra Europea nel passato.
Oggi, è evidente che la sinistra non possa accontentarsi di un semplice processo di “revisione” delle possibilità di intervento dell’Unione Europea in campo economico e sociale. Deve lottare per rendere questi cambiamenti permanenti.
Anche se la dimensione sanitaria è predominante nel dibattito pubblico, purtroppo essa è solo la punta dell’iceberg. Siamo nel mezzo di una crisi sociale e politica drammatica. Già prima dello scoppio della pandemia, nel 2019, la Sinistra Europea aveva indirizzato alla commissaria Ursula von der Lyen la proposta per un Osservatorio Europeo per i servizi pubblici, con l’idea che questo dovesse diventare con il tempo un servizio permanente della Commissione Europea.
Dobbiamo assumere la responsabilità di battersi per una cesura netta con il modello che abbiamo visto fino ad oggi. É nostro compito guidare un cambiamento che ridia dignità e valore al lavoro in Europa: ci sono più di 90 milioni di persone povere, e molte tra loro (circa il 9% dei lavoratori e lavoratrici, secondo l’Etuc) percepiscono un salario che non permette di vivere al di sopra della soglia di povertà. Mentre solo circa 2 lavoratori su 5 in Ue hanno beneficiato della contrattazione collettiva in questa crisi, quest’anno 2 milioni di persone in più rispetto all’anno passato hanno perso il lavoro.
Inoltre, secondo l’Ilo più di 26 milioni di lavoratori e lavoratrici in Unione Europea percepiscono uno stipendio al di sotto del salario minimo; loro rappresentano il 15% della classe lavoratrice, di cui più del 60 % sono donne. Solo la sinistra può proporre soluzioni concrete per garantire la parità retributiva tra donne e uomini, il diritto alla salute e alla sicurezza sul lavoro, e non da ultimo la sicurezza che tutti e tutte percepiscano un salario equo.
É necessario rafforzare la contrattazione collettiva per combattere la povertà lavorativa, ma anche affiché i settori più deboli non paghino più il conto del processo di trasformazione del lavoro da tempo in atto. E’ responsabiltà della sinistra lavorare per l’unità del mondo del lavoro per affrontare gli effetti dei profondi mutamenti nei processi di produzione, a cui si sommano le questioni legate al cambiamento climatico – la cosiddetta “transizione verso una economia verde”.
Queste due dimensioni sono legate a doppio filo e perciò abbiamo lanciato una piattaforma che permetta di aprire una discussione che coinvolga il maggior numero possibile di forze progressiste in Europa. Bisogna portare avanti proposte coraggiose (come la creazione di un European Health Fund, finanziato con Eurobond e combinato con l’abolizione del Patto di Stabilità) e soprattutto bisogna intervenire affinché tutti i sistemi di protezione sociale, insieme a pensioni e salari, siano ricalibrati e adattati agli standard più alti in Europa.
La gestione della campagna vaccinale ha messo in luce quanto sia importante mettere al centro le persone e non i profitti di pochi. La sinistra è l’unica a poter guidare un reale cambiamento della politica in Europea e ha la responsabilità di smascherare qualsiasi proposta che non sia orientata senza ambiguità verso una trasformazione sociale, ecologica e femminista dell’economia: un Social Green New Deal.
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