Valogno murales – Quella di Valogno, nel casertano, potrebbe essere una delle tante storie che si raccontano sui piccoli borghi meridionali, spopolati a causa delle scarse possibilità lavorative e dei servizi inefficienti. E invece no.
È una storia diversa, dove si è deciso di rispondere alla emorragia demografica attraverso la passione per l’arte di Giovanni Casale e Dora Mesolella, che hanno reso questo paesino una “galleria all’aria aperta”. In che modo? Facendo realizzare, da artisti locali e internazionali, ben cinquanta murales colorati.
“L’iniziativa si intitola ‘I colori del grigio’ ed è cominciata nel 2006″, spiega Casale. “È una sorta di sfida e il titolo, emblematico, lo chiarisce: il grigio è l’oscurità dell’anima. Colorare il grigio vuol dire sia riempire di colore momenti di torpore e di tristezza sia riqualificare dei luoghi che erano stati violati perché mal ristrutturati”.
Valogno murales – “I murales – continua – rappresentano vari argomenti: alcuni riguardano l’amore e hanno per protagonista un folletto, che secondo la tradizione vive all’interno delle nostre abitazioni. Altri sono dedicati alla storia d’Italia, alla mietitura e alla vita agreste. Ce n’è un altro, il più famoso, su Frida Kahlo”.
La volontà non è quella di fare business. Il loro motto, “alla semina non al raccolto”, lo chiarisce.
Valogno murales – Non a caso, le opere sono messe sulle strade pubbliche, possono essere visitate a qualsiasi ora del giorno e non c’è alcun biglietto da dover pagare. Si punta, piuttosto, a far diventare Valogno un luogo d’accoglienza, in cui sia forte l’idea di proprietà sociale e dove “gli ospiti si sentano, al tempo stesso, padroni”.
Questo trova conferma nel concetto di casa aperta: “Le nostra case sono a disposizione di chiunque voglia venire”, dice Giovanni. “Organizziamo spesso dei dibattiti veri e propri, che possono avere per temi la poesia, l’arte o l’attualità”.
Intanto, si guarda al futuro. Per il 22 giugno è previsto l’arrivo di uno storyboarder europeo che realizzerà, su una vecchia porta, un’opera raffigurante la brigantessa Michelina Di Cesare. A questa, si affiancano altre due realizzazioni: una donata da una Onlus di Quarto e un’altra dedicata alla famosa giornalista Matilde Serao.
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